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Ragazza disabile privata del mare e della piscina in casa

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Ragazza disabile privata del mare e della piscina in casa

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Il Comune blocca i lavori di costruzione della piscina perchè l’erosione costiera nell’arco di 50 anni avrebbe causato “lo spostamento” dell’immobile nel demanio e quindi la famiglia avrebbe dovuto versare un nuovo contributo di costruzione e oneri di urbanizzazione già corrisposti a suo tempo

 

SANGINETO (CS) –  Una storia che proprio non fa bene alla comunità tutta, quella di non sapere, perchè ancora non si comprende fino in fondo, il perchè l’amministrazione comunale di Sangineto prima blocca i lavori a fine maggio rifacendosi al suolo demaniale e poi li sblocca, ritirando il provvedimento e, dunque, ammettendo l’errore a fine agosto, quando l’estate è ormai finita e a questa giovane ragazza è stato negato un diritto di poter godere del sole, del mare e delle vacanze, imprigionata nella sua disabilità. Da premettere che al momento del blocco dei lavori la famiglia mediante legale (l’avvocato Paolo Coppa) e il tecnico hanno prodotto nell’immediatezza (i primi giorni del mese di giugno e per conoscenza anche alla Capitaneria di Porto) la documentazione comprovante la legalità delle opere in corso. Quindi una pratica risolvibile in breve tempo. Non si conoscono le motivazioni di questo ritardo nell’evasione della pratica. Poco personale e molte pratiche da evadere? Potrebbe essere la causa alla base del ritardo. Ma, considerata la problematica “sensibile”, quand’anche si fosse trattato di un surplus di lavoro, il caso avrebbe dovuto avere la priorità su tutto perchè l’handicap con cui convive la ragazza non l’ha chiesto lei e tutti hanno il diritto di vivere una vita dignitosa.

L’avvocato Paolo Coppa

Oggi la famiglia della ragazza chiede i danni al Comune di Sangineto. Tramite legale, l’avvocato Paolo Coppa, per far valere i propri diritti, ed ha inteso richiedere al Comune di Sangineto il risarcimento dei danni per un milione di euro, sollecitando anche ogni più opportuno accertamento su eventuali responsabilità penali degli amministratori del Comune, dei responsabili dell’ufficio tecnico e della polizia municipale. A breve verrà richiesto al Procuratore della Repubblica Pierpaolo Bruni, mediante il deposito di un dettagliato dossier compendiato da numerosi documenti, supporti probatori informatici e video, oltre che contabili, verifiche sull’utilizzazione dei fondi erogati per i danni provocati dalle mareggiate negli anni. Questo anche alla luce dei fatti che da parte dell’amministrazione comunale non sarebbero stati eseguiti lavori di manutenzione nel tratto chiamato in causa, per consentire ai turisti ed agli utenti di poter usufruire dei regolari servizi che la società civile impone in casi consimili, ma che – anzi – ha inibito ingiustamente il godimento di un bene privato. Adesso sarà l’autorità giudiziaria competente a stabilire l’ordine dei fatti ma soprattutto a ridare dignità alla ragazza disabile di potersi godere l’estate come tutti

I FATTI

Le mareggiate, il maltempo da dieci anni a questa parte hanno causato danni all’ambiente circostante. Danni che hanno innalzato barriere architettoniche che hanno impedito alla ragazza e ai turisti di poter usufruire di alcuni tratti per la discesa a mare. In tutti questi anni, si presume per una serie di motivazioni “giustificate”, l’amministrazione comunale non avrebbe posto rimedio ai danni generati dal maltempo per consentire l’abbattimento di barriere architettoniche mediante la discesa a mare. In più blocca i lavori, regolarmente autorizzati, di una famiglia di una ragazza diversamente abile, non consentendogli di usufruire della piscina costruita – a proprie spese – nella propria abitazione. Il tutto perchè, sempre secondo l’amministrazione comunale, la famiglia, dopo cinquant’anni, avrebbe dovuto pagare il contributo di costruzione e gli oneri di urbanizzazione già corrisposti mezzo lustro or sono dal costruttore dell’immobile. Contributi che la famiglia, tra l’altro, avrebbe in parte pagato nuovamente. A questo punto il Comune pensa di emettere un provvedimento di sospensione lavori perchè fondato sul presupposto che l’immobile, seppur costruito cinquant’anni fa, oggi ricadrebbe nel demanio solo perché la linea demaniale negli anni si é spostata a causa dell’erosione costiera.

Un caso che fa discutere quello di un’Amministrazione che “blocca l’estate” ad una giovane diversamente abile alla quale affrettatamente è stato negato il diritto di poter usufruire della piscina.
Ma andiamo per ordine. L’abitazione estiva della giovane è situata nel Comune di Sangineto e fu costruita nel lontano 1968 quando le spiagge tirreniche erano sconfinate. Dopo 50 anni – per come è a tutti ben noto – l’erosione costiera ha drasticamente ridotto il confine dalla linea demaniale imponendo una diversa linea di confine. Questa sopravvenuta circostanza – però – non costituisce ai fini giuridici, valido titolo per affermare automaticamente che le abitazioni costruite in quella zona – dove lo stesso Comune ebbe a rilasciare 50anni addietro la concessione edilizia al costruttore senza vincoli – fossero costruite sul demanio.

Nonostante i gravissimi danni provocati negli anni dalle mareggiate che hanno letteralmente flagellato le coste tirreniche – ed in particolare quelle di Sangineto – il Comune avrebbe, dunque, malamente gestito la vicenda: non solo non avrebbe inteso porre rimedio a questa situazione rimasta statica e mai risolta a vantaggio di tutti i turisti ed utenti (ancor di più se si considera che la ragazza in questione, ma tutti i ragazzi nelle sue condizioni, avrebbero avuto più di chiunque altro necessità di normalità con dei lavori di ripristino della discesa a mare) quanto ha negato -con un provvedimento emesso dall’ufficio tecnico il 28 maggio 2018 e poi revocato solo in data 24.8.2018 – che si potesse usufruire di una valida alternativa (la piscina) creata a proprie spese, pur non avendone titolo.

Nessuno si sarebbe mai preoccupato di quella discesa a mare e degli altri servizi che, per pochi mesi l’anno, avrebbero consentito a tutti di respirare aria densa di salsedine e, perché no, anche di poterne toccare la fonte di produzione, senza pensare al fatto che tale emergenza riguardasse una giovane diversamente abile – circostanza questa che per qualcuno forse rappresenta – senza tema di smentite – un momento di libertà infinita in una vita già imprigionata nella diversità involontaria, per poi inibire “ingiustamente” l’uso della piscina che – a proprie spese e per migliorare la qualità della vita della giovane – la famiglia aveva costruito con regolari autorizzazioni di tutte le autorità preposte.

Più volte dalla famiglia sarebbe stato tentato un approccio bonario con l’amministrazione e soprattutto con l’ufficio tecnico del comune di Sangineto che, dai primi di giugno e fino al 24 agosto, avrebbe mantenuto ferma una “ingiusta” sospensione di lavori lesivamente inibitrice del godimento di un bene di privata proprietà, senza rivalutare la vicenda neanche alla luce di tutti gli elementi prodotti dalla famiglia, per far comprendere l’”illegittimità” della decisione legati alla necessità di dover far godere alla giovane la piscina di sua proprietà, il cui uso è stato inibito senza un valido e tecnicamente giustificato motivo. Oggi l’estate, le vacanze terminano per il turista e per tutti coloro che hanno goduto delle ferie e del mare, del sole e della montagna; non è mai iniziata per la giovane ragazza che ha visto la sua estate finire lo scorso 28 maggio

Copertina: immagine di repertorio
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