Cosenza
Conticchio: «Con voi qui a Cosenza ho fatto una gran bella esperienza»
Nel suo discorso di commiato Conticchio dice “ex” capo della Polizia di Stato della provincia di Cosenza, ma oggi per i presenti era ancora il questore Conticchio che ha salutato con un discorso di “arrivederci” – non si sa mai la vita cosa riserva
COSENZA – Giancarlo Conticchio, dopo meno di due anni lascia la questura di Cosenza, promosso a vice direttore della Scuola superiore di polizia a Roma e direttore affari generali. Stamattina molte le personalità presenti, il prefetto di Cosenza Paola Galeone, la Procura di Cosenza con il procuratore capo Spagnuolo, l’aggiunto Manzini e il magistrato Antonio Tridico, il presidente del Tribunale di Cosenza, il colonnello della Guardia di Finanza Grazioli, il tenente colonnello dei carabinieri Giovinazzo, il comandante provinciale dei vigili del fuoco Cundari e ancora l’esercito, la marina, il clero con monsignore Nunnari e il cappellano della polizia di Stato don Pier Maria del Vecchio, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Davvero tante le personalità che hanno voluto salutare il questore “di tutti”, sempre disponibile all’ascolto. E il questore vicario, Salvo Barillaro che ha visto arrivare Conticchio nella veste di questore di Cosenza e che dal primo momento lo ha accompagnato in questo percorso, oggi lo ha definito come l’uomo reso speciale da quella sensibilità che è il valore aggiunto. Conticchio parla di Cosenza e della provincia: “Una città che ha risposto alle esigenze di sicurezza e ha saputo dimostrare di partecipare nella sicurezza.
Un grazie ai cittadini di Cosenza ma un grazie ai cittadini dell’intera provincia di Cosenza” e poi ricorda a tutti il perché “è sbirro”: “I miei amici spesso mi chiedono Giancà qual è il bello del tuo lavoro, perché ti piace fare lo sbirro. Ed io rispondo: perché noi incontriamo tante belle persone, cerchiamo di risolvere tanti problemi e facciamo tante belle esperienze. Io con voi qui a Cosenza ho fatto una gran bella esperienza”. Poi le foto di rito e la consegna di “piccoli ricordi” da parte di tutti così che il questore di Cosenza non dimentichi la città. Perché prima di andare via Conticchio lascia un altro segno del suo passaggio: la questura di Cosenza, il “suo” personale, le donne e gli uomini della polizia di Stato volevano omaggiarlo di un dono. E così ha deciso Conticchio: ha chiesto che i soldi siano devoluti in beneficenza, il regalo più bello che porta via con sé, insieme all’affetto di questi mesi bruzi
IL SALUTO DEL “QUESTORE” CONTICCHIO
«Esserci sempre rappresenta la sintesi della nostra mission, ed io ho cercato di esserci, noi abbiamo cercato di esserci – parla Conticchio ai presenti. Saluto e ringrazio voi tutti per la vostra presenza che mi onora e lusinga. Ringrazio il prefetto di Cosenza Galeone, nella sua prima uscita ufficiale alla quale formulo i più sinceri auguri per il nuovo delicato incarico che si accinge a svolgere. Il mio non vuole essere un discorso ufficiale, non annoierò i presenti con ringraziamenti e citazioni, l’elenco sarebbe troppo lungo. Sento il dovere di dare qualcosa ad ognuno di voi che in questo anno ha reso più semplice il mio lavoro di capo della Polizia della provincia di Cosenza. Parto con la convinzione di lasciare qui degli amici, i procuratori della Repubblica che ringrazio per la loro presenza, i magistrati che ringrazio per la vicinanza dimostrata a questa Istituzione a cui siamo legati, i colleghi delle altre forze di polizia; un grazie agli operatori della stampa per la costante opera di informazione leale e per la loro obiettività. Un ringraziamento al nostro cappellano, don Pier Maria, guida spirituale di questa Questura e amico incondizionato. Un grazie per la vicinanza spirituale, i consigli e la disponibilità cordiale e sincera.
Saluto le organizzazioni sindacali della polizia di Stato, quella dell’amministrazione civile dell’interno e per la costante azione di propulsione. Il sindacato a volte viene considerato una spina nel fianco; invece è quella parte che ha il coraggio di dire ciò che altri non fanno. Mi sia consentito un saluto particolare a tutto lo staff dei funzionari dei quali ho apprezzato le doti professionali e manageriali nell’affrontare la difficile gestione della Questura. Ringrazio il mio vicario, dottor Barillaro che mi ha affiancato in questa opera di conduzione della struttura con intelligenza ed equilibrio: “grazie per la preziosa e proficua collaborazione fornita Salvo, grazie per quanto hai saputo fare per questa Questura”.
Ringrazio il capo di gabinetto, Paola Fabris, per tutti i funzionari della Questura, per le qualità professionali, la sua affidabilità e dedizione. Mi ha sempre dimostrato grande equilibro e capacità decisionali difronte a situazioni emergenti e critiche. Un ringraziamento all’associazione nazionale della polizia di Stato perché loro rappresentano la nostra memoria. Infine ma non ultimi il mio personale, le donne e gli uomini della polizia di Stato, di ogni grado e qualifica, e il personale dell’amministrazione civile dell’Interno che formano questa bella squadra e che mi hanno dato prova di essere collaboratori leali di grande valore e professionalità.
Non nascondo la mia soddisfazione per questo nuovo incarico che rappresenta per me un’importante fase di un percorso professionale. Lascio con sentimento di commozione vera gratitudine sincera e stima a tutti voi per il piacere che ho avuto di lavorare con questa bella squadra Stato. L’esperienza lavorativa che si conclude sarà parte integrante del mio bagaglio professionale. Sono orgoglioso di avere avuto il piacere di dirigere questa questura, ma lo sono ancora di più sapendo di aver cercato di onorare i miei impegni istituzionali con gli uomini e le donne che fanno parte di questa struttura. In qualità di ex capo della Polizia della provincia di Cosenza rivolgo un rinnovato ringraziamento a tutte le donne e gli uomini della polizia di Stato che con grande professionalità, passione, senso del dovere, rendono possibile ogni giorno una serena ordinata convivenza civile. Grazie di esserci sempre. Concludo con una frase di don Pino Puglisi “Se qualcuno fa qualcosa vuol dire che si può fare molto. Noi pensiamo di aver fatto qualcosa”. Viva la polizia di Stato»
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