Una vera e propria bomba quella lanciata dal dossier di Francesco Mangiacapra che sta facendo tremare le Diocesi del sud Italia. L’ex avvocato svela le perversioni sessuali di almeno 50 preti gay. E nella sua inchiesta spuntano anche i nomi di due religiosi cosentini. In esclusiva per Quicosenza.it le chat “bollenti”
COSENZA – Preti gay, conversazioni segrete e videochat a dir poco bollenti che vedono protagonisti sacerdoti intenti a masturbarsi e a scambiarsi foto hot. Il dossier shock che sta sconvolgendo le diocesi del Mezzogiorno, realizzato da Francesco Mangiacapra, si allarga a macchia d’olio. Nelle scottanti rivelazioni del gigolò, finito sulle pagine dei principali quotidiani nazionali e internazionali, i nomi di 50 tra sacerdoti e seminaristi intenti a consumare sesso a pagamento. E dopo la Campania e la Basilicata, nelle centinaia di pagine ci sarebbero anche i nomi di alcuni calabresi. Mangiacapra ce lo conferma e svela tutti i retroscena. In particolare quelli riguardanti alcuni sacerdoti della Diocesi di Cosenza-Bisignano. Incontri, conversazioni a luci rosse e sesso virtuale tra uomini di chiesa… ed altri uomini. Anche il nostro territorio, dunque, non sarebbe immune dalla presenza di religiosi dalla dubbia moralità. Tutto il materiale che vi mostriamo in esclusiva, allegato al dossier che l’ex avvocato ha consegnato alla Curia di Napoli, porta alla luce nell’universo delle parrocchie italiane, comprese alcune cosentine, “mattoni” di una Chiesa che sembra vacillare. Comportamenti che seppur non perseguibili o punibili dalla legge, creano sgomento in chi ripone fiducia, soprattutto spirituale, nei confronti dei sacerdoti che magari sono i primi a giudicare ‘immorale’ l’omosessualità o le persone che mercificano il proprio corpo, ma poi di quel corpo approfittano mortificandone la dignità due volte.
Francesco Mangiacapra, il gigolò che fa tremare le chiese del Sud
E se molti di voi si staranno chiedendo perché, proprio un ‘gigolò per preti‘, abbia voluto darsi la zappa sui piedi violando la segretezza del suo ‘delicato ruolo’, è lo stesso Mangiacapra a rispondere: “qui non si tratta di fare moralismi ma di portare alla luce realtà non coerenti agli obblighi assunti di chi, il moralismo, lo fa quotidianamente dai pulpiti e nelle aule di catechismo. L’insulto morale che ricevo da questi preti è un capovolgimento di ruoli tra il peccatore, che denuncia l’immoralità, e la guida morale che la commette, che sfiora il paradosso e che dà una sola certezza: le pietre sul colpevole non le può lanciare nessuno, ma solo perché la Chiesa fa in modo di farle sparire tutte“. Tra storie di sacerdoti, vescovi e seminaristi viziosi, Mangiacapra spiega perchè ha redatto questa sorta di catalogo di ‘mele marce’: “il mio intento non è quello di gettare fango sulla Chiesa ma quello di contribuire a estirparne il marcio che contaminerebbe tutto quanto c’è di integro. Al solito i presuli si svegliano solo quando si montano i casi mass-mediatici: l’atteggiamento di quei vescovi già informati e che ancora non hanno preso provvedimenti è omertoso perché un vescovo, informato con dovizia di particolari su un sacerdote soggetto alla sua giurisdizione, si muove con premura e affetto e non interviene con forza solo quando scoppia uno scandalo.”
Francesco Mangiacapra sarà ospite lunedì mattina nella trasmissione Informattiva su Rlb
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Le chat bollenti dei sacerdoti cosentini
Le conversazioni hot di Don “G”
Le chat di Facebook risalgono a qualche settimana fa. Conversazioni bollenti, nel cuore della notte: masturbarsi con ancora indosso l’abito ‘nero’, ma anche eccitazione e perversione. Un sacerdote ed un uomo che si scambiano avances, si mostrano nudi attraverso foto, videochat, giocano a fare sesso.
Le chat bollenti di Don “V”
