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Trote ‘mutanti’, radioattività e un sarcofago di cemento. Dubbi sull’inquinamento ad Amantea

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Trote ‘mutanti’, radioattività e un sarcofago di cemento. Dubbi sull’inquinamento ad Amantea

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EFFETTI SULLA SALUTE UMANA

Due uomini che erano soliti sostare in località Foresta, sotto la briglia del fiume Oliva, per pescare trote e anguille hanno contratto particolari patologie. Pur non essendo ancora attestato il legame tra il cancro ai polmoni che ha portato alla morte di Giancarlo Fuoco e la sarcoidosi polmonare, che ha costretto Alfonso Grandinetti a lunghe degenze presso l’ospedale San Raffaele di Milano, non si esclude che la presenza di 162mila tonnellate di rifiuti tossici nell’area possa avere ripercussioni sulla salute umana. Anzi. Il perito Brancati innanzi ai giudici ha confermato l’esistenza di “un pericolo attuale per la popolazione residente nei territori dei Comuni di Amantea e Serra d’Aiello dovuto alla presenza di contaminanti ambientali capaci di indurre patologie tumorali”.

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Le acque sotterranee del fiume Oliva infatti ancora ad oggi risultano inquinate a causa della mancata bonifica. Queste però entrano sistematicamente nella catena alimentare, insieme agli agenti tossici in esse presenti, in quanto destinate al consumo umano diretto, all’alimentazione di animali da allevamento e all’irrigazione di colture. Ma c’è di più. Nel distretto sanitario di Amantea (in particolare nelle aree più prossime ai siti inquinati della valle dell’Oliva) nel periodo compreso tra il 1992 e il 2009 si registra un eccesso statisticamente significativo di mortalità e ricoveri ospedalieri rispetto al restante territorio regionale per tumori maligni del colon, del retto, del fegato, degli organi genito urinari e della mammella.

I FANGHI FOSFORESCENTI E IL SARCOFAGO IN CEMENTO

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