Salute & Bellezza
La scoperta, tutta calabrese, per curare l’obesità arriva dall’Unical (AUDIO)
Un gruppo di giovani ricercatori dell’Università della Calabria, hanno da poco pubblicato la risposta che in molti cercavano per curare l’obesità.
RENDE – Le molecole che meritano di essere ancora approfondite, sono state individuate nel bulbo delle cipolline selvatiche, lampagioni o lampascioni, comunemente chiamate cipoddizze e che tanto consumiamo nella nostra dieta Mediterranea. Lo studio, condotto in vitro e in vivo, ha dimostrato di avere attività protettiva nei confronti dei fattori di rischio della sindrome metabolica: obesità, diabete e ipercolesterolemia. Le attività di ricerca sono state svolte nei due Dipartimenti dell’Ateneo: nel Dipartimento di Farmacia e Scienza della Salute e della Nutrizione, il responsabile della ricerca chimica, prof. Giancarlo Statti, massimo esperto di piante officinali del territorio calabrese, e la sua giovane ricercatrice dr.ssa Teresa Casacchia, noto biologo nutrizionista, hanno individuato e studiato i componenti e le attività biologiche delle cipolline e dopo accurati studi in vitro, le hanno ritenute valide per essere approfondite in vivo. La d.ssa Casacchia ha illustrato i dettagli della ricerca ai microfoni di Rlb
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Nel Dipartimento di Biologia Cellulare, invece, il gruppo di ricerca del prof. Tommaso Angelone, responsabile del laboratorio di cardiofisiologia, i giovani ricercatori dr. Francesco Scavello, dr. Carmine Rocca e dr.ssa Teresa Pasqua hanno testato le componenti in vivo, studiando l’aspetto cellulare e la risposta fisiologica in vivo. Parallelamente, il lavoro di squadra, ha portato a risultati innovativi che potrebbero essere facilmente trasferiti su paziente. La ricerca potrebbe opportunamente essere messa a disposizione di tutti, attraverso una formulazione farmaceutica che potrebbe sostituire i farmaci oggi utilizzati per la cura all’obesità senza, chiaramente, gli effetti collaterali che questi mostrano.
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