Cosenza
I milioni di euro ‘fantasma’ delle case popolari usati per finanziare il ponte di Calatrava
I venti milioni di euro stanziati per il ponte di Calatrava farebbero parte dei 155 milioni di euro di ex fondi Gescal scomparsi nel nulla
COSENZA – Su centocinquantamilioni di euro, a detta del presidente della Regione Calabria Oliverio, ne sarebbero rimasti appena sei milioni. Il denaro prelevato per anni dalle buste paga dei lavoratori per finanziare la manutenzione e la costruzione di case popolari, da quanto emerso da un vecchio dossier del consigliere del PD Carlo Guccione e da alcuni articoli pubblicati sul Corriere della Calabria, sarebbe stato usato per finanziare il ponte di Calatrava. Con la complicità della giunta Scopelliti, dalle indiscrezioni trapelate sulla stampa, sembrerebbe che il Comune di Cosenza si sia accaparrato i venti milioni di euro destinati all’edilizia popolare. La notizia ha suscitato l’interesse di parte della comunità ‘cattolico-politica’ cosentina che chiede chiarezza sul finanziamento dell’opera che sarà inaugurata il prossimo 26 gennaio alla presenza dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava.
“Il Movimento Cattolico Noi apprende dagli Organi della Stampa che con i Fondi ex GESCAL (acronimo di GEStione CAse per i Lavoratori) di competenza Regionale, sarebbe stato finanziato, invece, “il Ponte Calatrava”. Tale fondo ex GESCAL era costituito dalle trattenute sulle buste paga dei lavoratori dipendenti con i quali si sarebbero dovute costruire case popolari, operare manutenzione sulle stesse o, al bisogno, sarebbero dovuti servire per l’acquisto dei terreni su cui costruire nuove abitazioni popolari. La percezione che si ha di questa notizia, se non confortata da spiegazioni legittimanti, è davvero sconfortante.
Chiediamo alla Regione Calabria e all’Amministrazione Comunale di Cosenza se ne erano a conoscenza e se, eventualmente, hanno posto in essere protocolli in tale direzione. Il Comune di Cosenza, in particolare, sapeva? La nostra domanda si legittima innanzi alla grande crisi umana dovuta proprio all’emergenza abitativa i cui sintomi che attestano una patologia politica grave, provengono dall’utilizzo di parte della Città Storica di Cosenza che sta cadendo a pezzi, da chi è senza tetto o proveniente da sgomberi. Non ultimo, dai “Prendo Casa”, costretti a compiere atti non conformi alle leggi, al fine di dare un tetto a chi è stato ridotto, anche dalle cattive amministrazioni, a vivere nell’incertezza, privo di dignità e di qualsiasi prospettiva.
Attendiamo una risposta in nome della trasparenza e della legalità. Cosenza, affermano le statistiche, è la Città più povera della Calabria e tra le più povere d’Italia. Ciò suggerisce che l’esigenza di guardare con intelligenza politica alla sua umanità, è cosa fondamentale e non più rinviabile. Se non fosse per gli istituti religiosi, la Charitas e i Movimenti civici, Cosenza sarebbe nel caos. Chi ha utilizzato questi fondi sapeva? E se sapeva, ritiene che la costruzione del “Ponte di Calatrava”, opera di indubbio valore architettonico, sia sufficiente a giustificare l’abbandono dei deboli o a magnificare le proprie doti al mondo in una Città che la politica, dal profilo umano, non si rende conto che sta riducendo sempre più ad un quartiere senza Cristo?”.
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