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Accusato per truffa, viene assolto dopo 4 anni: il fatto non sussiste

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Accusato per truffa, viene assolto dopo 4 anni: il fatto non sussiste

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La Corte di Appello di Catanzaro, oggi, ha ribaltato la decisione di primo grado di condanna del Tribunale di Cosenza, assolvendo l’imputato

 

CATANZARO – Dopo 4 anni, il sig. P.P. è stato assolto dalla Corte di Appello di Catanzaro perché il fatto non sussiste. L’uomo, difeso dall’avvocato Chiara Penna, ha subito un lungo processo per truffa perché – secondo la Procura di Cosenza – nel 2012 con artifici e raggiri (consistiti nel formare una falsa fotocopia, con cui si attestava il pagamento della somma di euro 5.811,51 a titolo di contributi previdenziali Inail), avrebbe portato tale documento ad un legale, inducendolo in errore sulla veridicità del pagamento, al fine di fargli  scrivere  un atto di citazione per chiedere una ripetizione di indebita somma percepita da Equitalia Sud. In questo modo avrebbe tentato di procurarsi un ingiusto profitto in danno dell’istituto in questione. Una tesi a dir poco contorta, partita con la denuncia di Equitalia, e messa in discussione sin dalle prime fasi del procedimento dall’avv. Chiara Penna, che svolgendo indagini ha dimostrato,  con una consulenza tecnica a firma dei Dottori Gianluca Lopez e Fabio Pucci, l’autenticità del documento.

In particolare la difesa ha evidenziato che nessuna verifica sul punto era stata mai effettuata da Poste Italiane, ma soprattutto, attraverso le valutazioni tecniche fornite dagli esperti nominati, sottoposti ad attento esame incrociato, ha ribadito in maniera chiara che agli esiti delle attività di indagine scientifica, fosse categoricamente da escludere qualsiasi tipo di attività idonea ad alterare il bollettino.  Tuttavia ciò non è stato sufficiente per il tribunale di Cosenza che a novembre dello scorso anno ha condannato il sig. P.P. ritenendolo responsabile di avere ingannato l’ente creando l’apparenza di un falso adempimento. Di diverso avviso la Corte di Appello di Catanzaro che, ribaltando la decisione di primo grado ed accogliendo la tesi difensiva, oggi ha assolto l’imputato perché il fatto non sussiste.

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