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Politico lombardo a processo racconta di aver rifiutato i voti della ‘ndrangheta
MILANO – ”Non volevo voti di ‘lobby calabresi’, ero convinto che sarebbe stato meglio andare avanti da soli senza l’aiuto di gruppi strani”.
A riferirlo in aula è stato oggi l’ex assessore del Comune di Rho, in provincia di Milano, Marco Tizzoni, attualmente consigliere comunale di opposizione, ascoltato come teste nel processo a carico dell’ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti e di altre persone coinvolte in un’inchiesta sull’infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia.
Tizzoni, all’epoca esponente del Pdl, nel maggio 2011 avrebbe rifiutato un pacchetto di circa 300 voti a favore della lista civica di centrodestra in cui era candidato, in vista del ballottaggio delle elezioni comunali a Rho. Voti che secondo le accuse sarebbero stati offerti dal chirurgo Marco Scalambra, anche lui tra gli imputati, per conto di “famiglie calabresi che vivono a Rho”. “Scalambra mi disse che per il ballottaggio bisognava prendere più voti possibile – ha spiegato – e che lui aveva la possibilità di raggiungere degli amici. Non ha fatto nomi ma ha parlato di famiglie calabresi disposte a votarci – ha proseguito – io ho capito che qualcosa in questa proposta non quadrava, pensavo che provenisse da famiglie che vivono alle spalle del Comune, ‘parassiti’ che abitano nelle case popolari e non pagano l’affitto”.
Tizzoni ha aggiunto che “di fronte alla percezione che si trattasse di persone poco raccomandabili” avrebbe risposto di “non essere interessato”. La lista civica, in seguito, perse il ballottaggio. Secondo l’accusa i 300 voti avrebbero fatto parte del pacchetto di preferenze che sarebbero state ‘comprate’ dall’ex assessore Zambetti, decisive per la sue elezioni alle regionali del 2010. Tra gli imputati, oltre a Zambetti, ci sono l’ex sindaco di Sedriano, il Comune dell’hinterland milanese sciolto per mafia, Alfredo Celeste, e Ambrogio Crespi, il fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Silvio Berlusconi. L’ex assessore della Giunta Formigoni è accusato di voto di scambio con i boss.
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