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La Coccarda Rossa 1861, fumetto sul brigantaggio

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La Coccarda Rossa 1861, fumetto sul brigantaggio

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Racconti basati su fatti realmente accaduti.

Una graphic novel nata da un soggetto di Mauro Mercuri che racconta di come i soldati borbonici, insieme ai contadini meridionali, dopo l’Unità si organizzarono in bande brigantesche per combattere l’occupazione piemontese. Un volume prodotto con l’intenzione di veicolare una parte di storia ancora poco conosciuta. La letteratura disegnata, come Umberto Eco ha definito il mondo del fumetto, è una forma di comunicazione, diretta, potente e sincera. E

La Coccarda Rossa 1981, edita da Segni d’Autore parla della Parigi del 1888, dove Rocco, un giovane emigrato meridionale, incontra in un caffè degli Champs Elisee, un anziano signore che crede di conoscere.

 

Si avvicina, lo guarda negli occhi e immediatamente lo sguardo di quell’uomo, lo fa’ tornare con la mente a quando da ragazzino accompagnava suo zio a consegnare la verdura al palazzo reale di Napoli. Lì nel cortile, in una di quelle occasioni, vide Francesco II da vicino. Il Re mentre saliva in carrozza, salutò quel giovane laborioso strizzando l’occhiolino, Rocco emozionato, non dimenticò mai quel gesto e quello sguardo, lo stesso sguardo che aveva adesso davanti.

 

Inizia così ‘La Coccarda Rossa”, un fumetto che racconta tramite i ricordi dell’ultimo Re delle Due Sicilie, le gesta di Nicola Cardone, un ex soldato borbonico, che ancora fedele al suo Re, organizza una banda per reagire all’occupazione del Meridione. Portavano dei simboli distintivi, tra i quali anelli di zinco e coccarde rosse, con lo scopo di difendersi dalle stragi che i bersaglieri, piemontesi prima e unitari dopo, compivano coperti da una censura che è durata decenni. Una cinquantina i testi consultati, che vanno da De Sivo ai più recenti, oltre a centinaia di documenti visionati presso i vari archivi.

 

Un lavoro di ricerca durato quasi un anno, per consentire la realizzazione di un soggetto che riportasse nei minimi dettagli vicende realmente accadute. Infatti ogni pagina riporta avvenimenti riscontrabili nella bibliografia e nei documenti citati nell’ultima pagina, come ad esempio gli espedienti che usavano le bande per conoscere gli spostamenti delle truppe, o i travestimenti dei militari per i pedinamenti dei sospetti. Oltre all’attendibilità dei contenuti, un grande merito va al disegnatore Carlo Rispoli, che ha saputo trasformarli in bellisime immagini.

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