La consigliera Bianca Rende (Pd) a circa un mese dalla ‘sperimentazione’ voluta dal sindaco, chiede di conoscere quali sono i primi dati in termini di impatto ambientale, tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso ed impatto sull’economia cittadina
COSENZA – “Continuano in città le improvvise sperimentazioni e le ordinanze temporanee (ed estemporanee) sulla viabilità, come se un Piano del Traffico non dovesse far parte di un disegno organico e articolato che coinvolge tutta la città e la pianificazione urbana. La scelta di modificare i sensi di circolazione di molte arterie primarie, senza alcun preavviso ed in assenza di un disegno organico, è stata giustificata dal sindaco – scrive Bianca Rende, consigliere comunale del PD – come opportuna al fine di sperimentare la validità di alcune sue “visioni” urbane: è lecito chiedersi, dunque, dopo il primo periodo di stress test quali siano i reali vantaggi ottenuti dalla comunità, espressi con dati oggettivi da enti terzi, in termini di emissioni atmosferiche, tempi di ingresso in città e di percorrenza dei mezzi di soccorso, per esempio”.
“In attesa di conoscere i risultati, rimangono tutte le perplessità sul metodo di approccio alla questione che vede un ricorso continuo ai poteri ordinatori, laddove la normativa di settore e le buone pratiche amministrative in tutta Italia contemplano il ricorso ad una procedura organica e trasparente, di confronto e di approfondimento tecnico attraverso i vari passaggi che conducono all’adozione di un Piano Urbano della Mobilità (PUM) – Sostenibile, nella derivazione comunitaria (PUMS) – e di un Piano urbano del traffico (PUT), obbligatorio ai sensi dell’art.36 del Nuovo Codice della Strada per tutti Comuni di popolazione superiore a 30.000 abitanti. Diversamente dal PUT, la redazione del PUM non è obbligatoria, ma, evidentemente, anche in funzione della realizzazione della Metropolitana leggera, un PUM concertato tra Cosenza, Rende e i principali comuni limitrofi sarebbe indispensabile per una corretta gestione del sistema di mobilità dell’area urbana”.
“Il Sindaco, nel pensare il ridisegno viario ed urbanistico della città – prosegue la consigliera – ha dimenticato la regola basilare del confronto, del dialogo e della condivisione. I PUM, in particolare, dovrebbero essere strettamente integrati, da un lato, con i piani territoriali di coordinamento provinciali e dall’altro con i piani strutturali urbanistici di scala comunale: è appunto nel coordinamento con questi due tipi di piano che si deve verificare la congruenza tra la pianificazione degli usi del suolo e la pianificazione dei trasporti”.
“Le Linee Guida Ministeriali indicano in maniera inequivocabile l’opportunità di evitare qualsiasi iniziativa di carattere unilaterale e non integrato nella Pianificazione Territoriale vigente o in itinere, esattamente al contrario di quello che sta facendo il comune di Cosenza con gli interventi di trasformazione del sistema di mobilità interna al Centro Urbano e di accesso alla Città dai Comuni limitrofi. Ecco allora che anche il momento scelto per queste “sperimentazioni” non è dei migliori perché è in discussione il PSC di cui il PUM dovrebbe essere parte integrante o comunque con esso fortemente correlata. L’impressione è che si stia procedendo in maniera quasi autarchica e poco dialogante sia con la città che con il suo hinterland”.
“D’altronde, si è proprio certi di voler abdicare ad un ruolo strategico nella provincia? Da soli non si cresce e arrivare a dire, come ha fatto il Sindaco, che le famiglie dovrebbero iscrivere i figli nelle scuole del proprio Comune di residenza significa respingere anziché accogliere, significa perseguire una politica miope che punta a creare un giardino, forse esteticamente gradevole ma certamente povero. Sul sito http://www.osservatoriopums.it/cosenza è pubblicato un documento da cui risulterebbe che il Comune, nel 2016, pur non avendo né adottato né redatto un PUM, ha redatto un PUMS che sarebbe in attesa di adozione e gestito dall’Assessorato alla Pianificazione Urbana e Mobilità Sostenibile”.
“Si deve quindi evidenziare – scrive la consigliera del PD – che le iniziative di variazione della mobilità urbana sono state poste in essere consapevolmente prima dell’esame nei competenti organismi amministrativi e dell’eventuale adozione di un Piano Urbano di Mobilità Sostenibile già redatto e definito. Alla luce di quanto sopra la modifica di un assetto viario dovrebbe essere il risultato di un complesso processo progettuale che coinvolge più soggetti, e non è una sperimentazione come recita la “prosa” del giorno.
La richiesta che poniamo al sindaco è quella di riferire in Consiglio sull’esito della sperimentazione, ma soprattutto di avviare il processo organico e corretto di redazione del PUT e del PUMS della città di Cosenza, osservando, per quanto fin qui detto, contemporaneamente regole e democrazia, ponendo termine ad una gestione amministrativa delle questioni attinenti la viabilità urbana e la qualità della vita ad essa strettamente correlata che ha creato fin qui solo confusione e senso di improvvisazione”.
