Calabria
Blitz in Lombardia, Boccassini: “uno dei coinvolti, rimasto fuori dal summit Falcone-Borsellino”
L’ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani sarebbe stato “il politico di riferimento” di Antonino Lugara’, l’imprenditore al centro dell’indagine che ha portato all’arresto anche del sindaco di Seregno Edoardo Zappa.
MILANO – Il legame tra Mantovani e Lugara’ è risultato “a chiare lettere – riporta il gip di Monza Pierangela Renda nell’ordinanza di custodia cautelare – dal tenore di un’intercettazione del 27 luglio 2015 nel quale Lugara’ ha dato atto al suo interlocutore del ruolo dirimente di Mantovani anche nelle competizioni elettorali amministrative di Seregno del giugno 2015, ove la famiglia Lugara’ ha potuto collocare all’interno del consiglio comunale il proprio uomo di fiducia, Stefano Gatti, poi effettivamente eletto”.
Nel capo d’imputazione, si legge che Mazza avrebbe compiuto assieme a Gatti (consigliere comunale di Forza Italia del Comune di Seregno e “prestanome di diverse azienda riconducibili a Lugara’ e portatore nel Comune degli interessi di quest’ultimo”) “atti contrari ai doveri d’ufficio, tutti finalizzati al perseguimento dell’interesse privato riconducibile alla societa’ G.A.M.M. di Giuseppina Linati, moglie di Lugara’”.
Boccassini: “la violenza inaudita e gratuita”
Un dato emerso dall’indagine che oggi ha portato a 27 arresti per ‘ndragheta e’ “la violenza inaudita e gratuita”. A dirlo e’ il procuratore aggiunto e di Milano, Ilda Boccassini, nel corso della conferenza stampa oggi presso il comando provinciale dei carabinieri di Milano. “Penso al nipote di Tiradritto, il boss Morabito”. Il riferimento e’ ad alcuni episodi particolari emersi nell’indagini e chiariti dalla Pm della direzione distrettuale antimafia Alessandra Dolci: “Un cittadino di Cantu’ si recava al lavoro alle 5 di mattina, ha avuto una discussione con soggetti indagati e questi lo hanno colpito con una pistola. Non ha avuto il coraggio di denunciare, anzi ha detto “Non me lo chiedete perche’ ho paura e so che sono pericolosi'”. In questo caso pero’, ha proseguito Boccassini: “E’ piu’ facile investigare quando sono cosi’ brutalmente e stupidamente violenti. E posso dirlo grazie ad una attivita’ di monitoraggio da 7 anni della procura di Milano”.
“Un dato per noi importante e’ stata l’individuazione di una delle persone che era rimasta fuori dal summit Falcone-Borsellino”. Cosi’ il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, nelle sue considerazioni riguardo al maxi blitz contro la ‘Ndrangheta eseguito questa mattina dai carabinieri con 27 arresti. In quel summit intitolato ai giudici uccisi da Cosa Nostra, nel 2010 si decidevano le “cariche” della ‘Ndrangheta lombarda. “Uno di questi e’ stato individuato grazie ad un carabiniere del nucleo operativo. La sua bravura ha fatto si’ che oggi un’altra delle persone presenti nel summit e’ stata individuata e arrestata”. Boccassini ha poi aggiunto: “Siamo certi degli elementi raccolti ma naturalmente ci sara il vaglio del tribunale della liberta’ e della fase dibattimentale”. L’elemento mancante era “Ignoto 23”, come ha poi spiegato la Pm della direzione distrettuale di Milano, Alessandra Dolci: “Poco per volta siamo riusciti a individuare tutti i partecipanti”.
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