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Il Natale in Calabria di Saverio Strati
Un racconto di alta suggestione che risalendo di figlio in figlio e di nonno in nonno vuole recuperare la ristoratrice ricchezza di una tensione affettiva che dal passato riscalda il presente e si proietta sul futuro.
Un libro del noto scrittore Saverio Strati ripubblicato nel 2006 dalla casa editrice Qualecultura nella collana Granelli di sabbia. Si tratta di un Natale particolare quello calabrese. Soprattutto dal punto di vista dello scrittore che ripercorre le tradizioni popolari di generazione in generazione. A Milano sulla rivista ‘Le vie d’Italia’ nel 1961 diede un assaggio di quella che diventerà una delle sue opere più simboliche: Il Natale in Calabria. “Per un ragazzo del nord il Natale corrisponde certamente a vetrine illuminate e zeppe di giocattoli e di robe di ogni genere, all’albero dove sono appesi dei regali; e forse non avverte la preoccupazione dei genitori per la mancanza di soldi o di lavoro o addirittura del pane quotidiano. Per un ragazzo del sud, al contrario, il Natale prende un altro aspetto, gli si presenta con altra faccia. C’è il presepe, che ripete pari pari la storia della nascita del figlio di Dio. Ma il presepe in casa è segno di ricchezza: cioè vien fatto nelle case dei ricchi. Nelle case dei contadini o degli operai e artigiani non si fa il presepe. Lo si prepara in chiesa. Ed è opera popolare, costruito, messo su dall’abilità e spesso dalla genialità dei più bravi ragazzi; e concesso al godimento dei poveri attraverso la Chiesa, sempre mediatrice tra Dio e popolo. Certo anche Gesù Bambino sarà andato a piedi nudi per le vie del suo paese, e anche lui avrà avuto i calzoni a brandelli, visto che anche lui era figlio di gente povera. Suo padre era un povero falegname. Cosa poteva guadagnare? Ma certo Gesù era scalzo perché voleva”. La narrazione incredibile di un Natale calabrese, il Natale della porta accanto, vissuto da padri, nonni e bisnonni.
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