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Cranio nelle reti da pesca, analisi del DNA confermano l’identità dell’uomo scomparso
La parola ‘fine’ sul ritrovamento della scatola cranica del pescatore dilettante scomparso nel marzo scorso. Dopo ben nove mesi la famiglia ha potuto così tristemente rassegnarsi e procedere in forma privata con le esequie del giovane materano
TREBISACCE (CS) – Non ci sono dubbi, il cranio ritrovato il 16 marzo scorso nelle reti da pesca dal peschereccio ‘Fratelli Gutteri’ di Trebisacce corrisponde a Nunzio Santorsola, 38enne di Bernalda (MT) scomparso nel tratto materano della costa jonica cinque mesi prima, il 10 ottobre 2016. Una vicenda che sin da subito aveva avuto dei risvolti drammatici, con l’ SOS lanciato istantaneamente e le estenuanti ricerche da parte non solo della Capitaneria di Porto ma anche di conoscenti e amici. Tra questi anche Walter Iannucci, 54 anni, che nelle ore concitate che seguirono i primi soccorsi perse la vita a causa di un malore.
Dopo il riscontro del DNA i funerali svolti in forma privata
La conferma che quei resti appartengano a Nunzio Santorsola arriva direttamente dalle prove del DNA con cui i periti hanno certificato l’esatta congruenza coi resti dello sfortunato amante della pesca. La Procura della Repubblica di Castrovillari di recente aveva provato a gettar luce sul triste episodio informando la famiglia della vittima di ulteriori sviluppi nelle indagini a seguito dell’apertura di un fascicolo della stessa Procura per competenza territoriale in relazione all’appartenenza alla Marineria di Trebisacce della motobarca dei ‘Fratelli Gutteri’. Subito dopo la perizia, si è svolta in forma privata la sepoltura di Nunzio, le cui spoglie riposano da ora nel cimitero di Bernarda.

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