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Giancarlo Giannini incanta il pubblico del Festival Leoncavallo (FOTO)

Cultura & Spettacolo

Giancarlo Giannini incanta il pubblico del Festival Leoncavallo (FOTO)

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Il suo Recital “Le Parole Note” ha affascinato gli spettatori con versi struggenti ed eterni, al di là del tempo e al di là dei luoghi.

 

MONTALTO U. (CS) – L’incantesimo si apre con il sax di Marco Zurzolo. Il musicista napoletano, accompagnato dal suo quartetto, disegna la colonna sonora dentro la quale componimenti poetici antichi e contemporanei prendono forma. Filo conduttore della serata, che ha calamitato a Montalto Uffugo centinaia di spettatori, il sentimento dell’amore. Giannini legge e interpreta con la sua inconfondibile voce poesie di ieri e di oggi. Autori italiani e stranieri. L’artista, all’inizio, si confonde nel pubblico. Quando le note del Quartetto inavvertitamente si fanno silenzio, l’artista sale, lento, le scale del sagrato del Duomo. Si avvicina al leggìo e regala al pubblico versi di Poliziano, considerato tra i maggiori poeti del Quattrocento.

 

Da subito si avverte la sensazione di assistere a uno spettacolo alto, raffinato, capace di fare battere i cuori all’unisono e di riscaldare l’anima. Sono le emozioni a guidare Giannini, che non segue una scaletta prestabilita. Mentre Zurzolo fa vibrare il suo sax, l’attore gioca con i fogli e decide, di volta in volta, con quale composizione andare avanti. E’ magistrale nel decantare “Sì, al di là della gente” del poeta spagnolo Pedro Salinas e “Corpo di donna” di Neruda. Amore fisico e amore spirituale.

 

C’è anche Petrarca tra le “Parole Note” di Giannini, con il sonetto “Benedetto sia ‘l giorno e ‘l mese e l’anno”, la descrizione del primo incontro con la sua amata Laura. Petrarca benedice anche i momenti negativi della sua esistenza e sottolinea il concetto di superiorità della donna rispetto all’uomo. Poi l’artista tace e lascia che sia la musica a parlare. Il viaggio continua e dal passato si torna al presente con “Se avess’io” di Alda Merini. Versi struggenti, come nello stile della poetessa che dice: “T’amo, caro, da sempre, prima dell’inferno, prima del paradiso, prima che io fossi buttata nell’argilla del mio pavido corpo”.

 

Giannini attinge a piene mani dal suo bagaglio infinito di attore di cinema e di teatro. Geniale l’idea del direttore artistico Enrico Provenzano di volerlo a Montalto Uffugo. Più audace è il coraggio delle scelte, più grandi i risultati. Il sindaco Pietro Caracciolo è ormai libero dalle ansie dell’esordio, quando, comprensibilmente, non si sapeva come il pubblico avrebbe accolto il cartellone del Festival. Parlano i numeri, accompagnati da giudizi trasversali e lusinghieri. Forti di ciò, ci si avvia verso l’ultimo appuntamento di luglio.

 

Purtroppo, lo spettacolo che voleva essere un doveroso tributo a Ruggiero Leoncavallo, non potrà andare in scena a causa dei problemi di salute che hanno colpito Alessio Boni. Il timone saldo della direzione artistica, tuttavia, anche in questa situazione di emergenza, è riuscito a mantenere dritta la rotta. Si naviga sicuri verso un finale che decreterà il prestigio e l’autorevolezza del Festival. Monica Guerritore e il suo spettacolo “Dall’Inferno all’Infinito” saranno la ciliegina sulla torta di una rassegna culturale che ha saputo ritagliarsi uno spazio di primissimo livello.

 

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