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Caso Lanzino, svolta decisiva: il coltello acquistato nel quartiere del fratello dei Frangella
COSENZA – Si aprono nuovi scenari nel misterioso delitto della studentessa 19enne rendese, avvenuto nel 1988 a Falconara Albanese.
Trucidata barbaramente da ignoti nelle campagne che stava attraversando con il suo motorino, la sua morte resta ancora un mistero. Fu stuprata, accoltellata ed abbandonata tra le sterpaglie. Questa è l’unica certezza. Inizialmente per la sua uccisione furono indagati i due cugini Rosario e Luigi Frangella, poi assolti con formula piena. Sul banco degli imputati ora siede in prima fila Franco Sansone accusato di aver compiuto l’efferato delitto insieme all’amico di Marano, Luigi Carbone.
Un amico scomodo che, forse, conosceva troppi dettagli e che sparì solo un anno dopo, vittima di lupara bianca. Secondo la Procura di Paola gli autori della scomparsa dell’allevatore furono proprio i tre Sansone di Cerisano: il 49enne Franco, il fratello Remo di 46 anni e l’anziano padre 74enne Alfredo. Ieri, dopo la decisione di ricercare tracce di Dna sui reperti del caso al Tibunale di Cosenza dinanzi i giudici della Corte d’Assise sono emerse nuove verità che potrebbero allontanare da Sansone l’ipotesi dell’omicidio. Il Ris di Messina sta infatti analizzando, il motorino, i fazzoletti, il braccialetto di Roberta Lanzino, i risultati verranno presentati il 3 Dicembre. Intanto ieri nel corso dell’udienza attraverso l’audizione dell’agente Condò all’epoca in servizio nel paolano si è parlato del ritrovamento dell’arma con la quale fu verosimilmente uccisa la ragazza.
Le ferite rinvenute al volto e al cuoio capelluto della giovane, furono ritenute compatibili con la lama del coltello ritrovato a pochi metri dalla salma dopo tre mesi proprio da Condò. L‘agente, ieri ha raccontato che il coltello fu acquistato a Stradella di Pavia, unico punto vendita dove all’epoca era acquistabile in Italia la marca Wilson, prodotta in Lombardia. Ed a Stradella Sansone, nè i suoi familiari, pare abbiano mai messo piede. In quella frazione però risiede il fratello dei Frangella, Aldo. I venti jeans dei Frangella sequestrati alla fine degli anni ’80 sono nelle disponibilità del Ris e pare presentino diverse macchie di sangue mai periziate. Macchie che potrebbero far ribaltare le posizioni nel processo che riprenderà il 5 Novembre prossimo.
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