Cultura & Spettacolo
A Villa Rendano la mostra ”L’età dell’eleganza” sui tessuti e ricami dell’800
La mostra sarà inaugurata domani, alle 18,00, a Villa Rendano, e sarà visitabile fino al venerdì 28 luglio.
COSENZA – “L’età dell’eleganza, un percorso etno-antropologico attraverso tessuti, decorazioni e ricami calabresi nell’Ottocento”, sarà aperta al pubblico da lunedì a domenica dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16.00 alle 19,00. Nella giornata inaugurale, sono previsti gli interventi di: dott. Salvatore Patamia, il segretario regionale MIBAC per la Calabria, dott. Mario Pagano, Soprintendente ABAP prov. CS,CZ e KR; l’arch. Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza; il dott. Walter Pellegrini, Direttore Progetto Villa Rendano.
Seguirà la presentazione della dott.ssa Nicla Macrì e gli interventi della dott.ssa Maria Luisa Albamonte e della storica dell’arte Anna Francesca La Rosa, oltreché della restauratrice Simonetta Portalupi. L’evento, sponsorizzato da enti, associazioni, istituti di credito e ditte presenti sul nostro territorio, è stato curato dalla sezione Demoetnoantropologica diretta dallo storico dell’arte Pietro Frappi, curatore della mostra e da restauratori della Soprintendenza con la collaborazione, per quanto riguarda la messa in sicurezza dei manufatti e l’allestimento, della restauratrice Simonetta Portalupi della soc. Coop. “La trama e l’ordito”, della Direttrice e il personale della Casa delle Culture, del Direttore ed il personale del Progetto Villa Rendano, del dott. Roberto
Bilotti Ruggi d’Aragona.
La mostra in questione,si prefigge di far conoscere, un patrimonio demo-etno-culturale che documenta, attraverso i tessuti, gli abiti, le decorazioni e i ricami,la vita aristocratica, borghese, agricola ed artigianale della Calabria Citra in età post-unitaria. Particolare interesse, nell’economia dell’intero territorio calabrese del XIX sec., la seticultura, che ha offerto ai calabresi l’opportunità di sviluppare un’economia, a costo zero, con un prodotto richiestissimo da tutti i mercati europei.
Posto di rilievo, accanto all’alta moda, occupa il costume “tradizionale”: calabrese, albanese, grecanico ed occitano. La ricchezza di questi manufatti, la preziosità dei decori e dei ricami in oro e argento che sembrano contrastare con gli strumenti del vivere quotidiano, e del “faticare”, venivano indossati in occasione delle feste, configurandosi come una sorta di riscatto dalle condizioni della durezza della vita di campagna. Gli abiti tradizionali non erano tuttavia prerogativa del solo mondo contadino, essi erano riconosciuti e usati ed apprezzati , anche nei vertici della società, arricchiti dall’oro e dall’argento dei ricami.
Ultima è la tradizione del ricamo e del merletto, tratti comuni dell’educazione delle giovani di qualunque estrazione fin dalla più tenera età. Merletti ad ago ed a tombolo, differenti dal ricamo per assenza di una base, passavano attraverso un disegno trasportato su tessuto con polvere di carbone e con filo nero. Il corredo nuziale, frutto di esperto e paziente lavoro, rispondeva alle esigenze della nascente famiglia, la biancheria, finemente ricamata, era considerata bene familiare di massimo valore.
Si comunica che l’e-book della mostra potrà essere scaricato gratuitamente dal sito internet della Soprintendenza ABAP per le prov. di CS, CZ e KR al seguente indirizzo www.archeologiabelleartiepaesaggiocosenza.beniculturali.it
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