ACQUAFORMOSA (CS) – Aveva attraversato il deserto a piedi e il Mediterraneo a bordo di un barcone, per poi essere ucciso da un presunto errore di malasanità.
Un venticinquenne del Gambia, partito dalla Libia e sbarcato a Salerno il 19 Luglio, è deceduto nell’ospedale di Castrovillari il 20 Agosto. Trasferito inizialmente al Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, il centro d’accoglienza più grande d’Europa, il 23 Luglio il giovane viene collocato presso la struttura per migranti di San Basile. Il giorno successivo verrà ricoverato d’urgenza presso il nosocomio del Pollino. Qui terminerà, dopo circa un mese, la sua avventura in Europa. Per sempre. La sua salma è stata già inviata ai suoi genitori per la tumulazione grazie ai fondi raccolti dalla comunità musulmana di Acquaformosa. E sarebbe stato proprio il sindaco di Acquaformosa a puntare il dito su questa morte ‘sospetta’. Allertato l’Imam di Cosenza per le esequie con rito musulmano, il primo cittadino del paese dei murales ha quindi richiesto che sul corpo del 25enne venga eseguita l’autopsia. “Non ci è ancora stato comunicato l’esito degli esami necroscopici, – afferma il sindaco Gennaro Capparelli – attendiamo risposte.
Sono andato a Castrovillari a parlare con i medici e mi hanno detto che il ragazzo era debole e forse soffriva di una pancreatite. Ma vogliamo saperne di più. Qualora dovessimo sospettare che si tratti di un caso di malasanità andremo a processo costituendoci come parte civile. La morte per errori sanitari non può essere giustificata in nessun caso si tratti di un migrante o di un cittadino italiano”. E su questo punto lo stesso Imam cosentino, Ahmed Berraou, l’unico della provincia di Cosenza a possedere autorità e competenza per quanto concerne il rituale funebre islamico lancia un triste allerme: “Se c’è già per i calabresi stessi la malasanità è una piaga gravissima, figuriamoci per i migranti che, purtroppo, troppo spesso vengono messi in secondo piano rispetto ai pazienti italiani”. “I problemi di salute di questo ragazzo – continua Berraou – non sono stati presi minimamente in cosiderazione, dal primo giorno del suo arrivo in Italia. Perchè le analisi, che per legge devono essere fatte a tutti i profughi sbarcati, non sono state controllate con attenzione?”. Un interrogativo cui risposta si trova nelle tante vergogne dell’operazione Mare Nostrum e nell’evidente malfunzionamento della sanità calabrese ormai al collasso.
