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Nomine sanità, Ministeri sul piede di guerra. Stasi: ‘legittime’
ROMA – Il Governo è andato su tutte le furie dopo le nomine compiute dalla Giunta regionale calabrese per le Asp e le aziende ospedaliere.
E così a seguito delle decisioni della Giunta regionale in prorogatio di nominare comunque, nonostante i diversi divieti, commissari straordinari delle aziende sanitarie, ”in palese violazione delle indicazioni fornite dall’Avvocatura dello Stato, dall’Organo commissariale e, anche per il suo tramite, dai Ministeri della salute e dell’economia e delle finanze” i Ministeri hanno dato mandato ai sub commissari per l’attuazione del piano di rientro, Andrea Pezzi e Andrea Urbani, di “acquisire immediatamente la delibera o le delibere in esame”.
La richiesta dei sub commissari, già notificata ai competenti Uffici regionali, non risulta ”essere stata ancora esitata dalla Regione Calabria”, precisa una nota del ministero della Salute. ”In attesa della consegna da parte della Regione degli atti deliberativi richiesti, e del conseguente esame di questi ultimi, i Ministeri della Salute e dell’Economia e delle Finanze – si legge nella nota – intendono precisare che, in disparte i profili di competenza degli Organi giurisdizionali competenti ai quali gli atti saranno prontamente trasmessi, può rientrare nel mandato del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro rimuovere eventuali provvedimenti regionali in contrasto con la normativa vigente, con il citato piano di rientro e con i pareri e le direttive rese dai Ministeri affiancanti. Pertanto, ove la Giunta regionale in prorogatio avesse effettivamente provveduto a compiere le nomine annunciate dalla stampa, sarà cura dei Ministeri affiancanti assumere ogni iniziativa necessaria per attribuire al commissario per l’attuazione del piano di rientro il potere di rimuovere e privare pertanto di ogni efficacia gli atti deliberativi in esame, al fine di impedire il prodursi di effetti gravemente pregiudizievoli per gli obiettivi perseguiti dall’Organo commissariale e, più in generale, per la finanza pubblica”.
La presidente Stasi risponde: “Le nomine sono legittime”
“E’ opportuno e doveroso spiegare ai calabresi , anche tecnicamente, i motivi per i quali abbiamo deciso di nominare i commissari nelle Aziende ospedaliere e nelle Asp vacanti”. Così la Presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi tenta di giustificare le nomine nelle Asp e nelle Aziende ospedaliere: “Nell’attuale periodo di prorogatio e seguito delle dimissioni del Presidente Scopelliti – aggiunge la presidente Stasi – la Giunta ed i Dipartimenti regionali hanno uniformato la loro attività a seguito del parere dell’Avvocatura regionale formulato il 17 luglio scorso. In quel parere l’avvocatura ha evidenziato che le nomine degli organi di vertice appartengono alla categoria degli atti di alta amministrazione i quali, come tutti gli altri atti di straordinaria amministrazione, possono essere emanati in periodo di prorogatio solamente se urgenti e indifferibili, quindi indispensabili al fine di assicurare il funzionamento dell’istituzione alla cui direzione gli organi di vertice sono preposti. L’Avvocatura ha rilevato la necessità che fosse assicurata la continuità funzionale dell’attività amministrativa. Per questo, l’Avvocatura regionale prima e la Giunta dopo hanno condiviso l’opinione espressa dal Dipartimento Personale sull’opportunità di sostituire i dirigenti generali dei Dipartimenti regionali scaduti nel presente periodo di prorogatio non con nuovi direttori generali, ma con la nomina dei reggenti”.
“Successivamente la Giunta – evidenzia ancora Antonella Stasi – ha dovuto prendere atto di un parere reso dall’Avvocatura dello Stato su richiesta del sub commissario, gen. Pezzi, a mente del quale, in costanza del periodo di prorogatio, la Giunta non avrebbe potuto procedere all’adozione di alcun atto di alta amministrazione e quindi, in particolare, alla nomina dei vertici delle aziende del servizio sanitario regionale, pur essendo i direttori generali scaduti, considerato che le relative funzioni di direzione delle aziende avrebbero potuto essere svolte o dal Direttore sanitario o dal Direttore amministrativo, a seconda di chi fosse il più anziano o avesse ricevuto delega. Su questa tesi l’Avvocatura regionale ha osservato, da un lato, che la legge nazionale impone alle Regioni di provvedere entro un dato termine, 60 giorni, alla sostituzione dei Direttori generali cessati dalla carica, e inoltre, che la legge regionale dispone che i contratti dei Direttori sanitari e amministrativi si risolvono nel momento in cui il Direttore generale che li ha nominati cessa dalla carica. Tra l’altro, ricordando che il parere dell’Avvocatura dello Stato non è vincolante, è opportuno aggiungere che in materia di sanità la Regione ha potere esclusivo. Inoltre, nessuna nota ufficiale è stata notificata dal Ministero della Salute alla Regione. Siamo venuti a conoscenza di una nota stampa, che, ovviamente, non ha alcuna valenza giuridica. Lo stesso professor Michele Ainis, ordinario di Diritto costituzionale e illustre giurista, il cui valore scientifico si ritiene che sia al di sopra delle parti, in un parere, non solo non ha escluso il potere di nomina dei direttori generali, ma ha evidenziato, come aveva già affermato l’Avvocatura regionale, che che sarebbe stato più opportuno nominare dei Commissari invece che Direttori generali. In pratica è quello che la Giunta ha fatto”.
“Sulla scorta di queste valutazioni – rileva inoltre la presidente Stasi – l’esecutivo, che da dovuto registrare lo stato di confusione ormai regnante in tutte le aziende del servizio sanitario calabrese, con grave rischio per il rispetto al diritto alla salute dei cittadini e con la certezza che il protrarsi di tale situazione generasse ulteriori e sempre maggiori disfunzioni nell’erogazioni di un servizio così essenziale, ha ritenuto che non fosse più dilazionabile l’adozione di provvedimenti sulla materia ed ha quindi nominato i commissari, assicurando la continuità funzionale degli enti senza inquinare le scelte che dovranno essere effettuale dalla futura amministrazione”. Nella nota, infine, Stasi fa presente che “per quanto riguarda l’Asp di Cosenza, si è proceduto all’integrazione della revoca già fatta dalla Giunta, del Dg Gianfranco Scarpelli, con presa d’atto del rinvio a giudizio di quest’ultimo”.
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