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Un ‘controllo asfissiante’ del territorio: blitz contro i clan del Lametino, 52 fermi (NOMI E VIDEO)

E’ scattata alle prime luci del­l’alba, a Lamezia Terme un’operazione dei carabinieri del Comando di Catanzaro per l’esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettua­le Antimafia nei confronti di 52 soggetti.

 

LAMEZIA TERME – Le cinquantadue persone coinvolte sono ritenute affiliate alla cosca ‘ndranghetista “Cerra – Torcasio – Gualtieri” attiva nella piana di Lamezia, ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, posses­so illegale di armi ed esplosivi, estors­ione, danneggiamento aggravato, rapina.

La misura, che trae origine da un’indagi­ne del Nucleo Invest­igativo di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme, ha permesso di document­are l’operatività della cosca dedita ad un controllo asfissiante del territorio medi­ante attività estors­ive e danneggiamenti ai danni di imprend­itori e commercianti ed allo spaccio di sostanze stupefacent­i. L’attività invest­igativa ha anche consentito di recuper­are e sequestrare in­genti quantitativi di armi e droga nonché di individuare ed arrestare gli autori di numerosi dannegg­iamenti effettuati per volontà dei capi cosca.

VIDEO – LE INTERCETTAZIONI

Dalle intercettazioni parole “raccapriccianti”

“Facciamo Falcone e Borsellino a Lamezia”. La minaccia per nulla velata è di Antonio Miceli, ritenuto il reggente della cosca Cerra, Torcasio, Gualtieri di Lamezia Terme. La frase è stata intercettata il 10 settembre 2016 su un’autovettura in uso ad un esponente del clan, nell’ambito delle indagini che oggi hanno portato al fermo di 52 persone, tutte riconducibili alla potente cosca attiva nella provincia di Catanzaro. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, Miceli avrebbe spinto per l’acquisto di un grosso quantitativo di esplosivo da utilizzare per commettere danneggiamenti: “…. tra oggi e domani … mi fa sapere quanto vogliono. Gli ho detto o Ci’ (Ciccio, ndr) quanto vogliono vogliono tu bloccali tutti … che … facciamo Falcone e Borsellino a Lamezia …”.

Il messaggio, dunque, è quello di una cosca capace di acquisire esplosivo in quantitativi imponenti. Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha evidenziato: “Si stavano preparando a creare un clima di terrore perchè avevano già comprato ed erano arrivate a Lamezia armi da guerra, oltre che esplosivo“. Il generale di Brigata Vincenzo Paticchio, comandante della Legione Carabinieri Calabria, ha sottolineato come il riferimento alle stragi di Capaci e via D’Amelio, sia “raccapricciante”, ma “con operazioni come quelle di oggi, si dimostra che il testimone lasciato da Falcone e Borsellino è stato raccolto”.

VIDEO – Il BLITZ

I NOMI DELLE PERSONE ARRESTATE, raggiunte dal provvedimento di fermo della Dda di Catanzaro:

 

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