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Sequestrano un ‘compaesano’ caricandolo su un furgone
BRESCIA – La ‘ndrangheta emigra con modalità d’estorsione sempre più cruente.
Sei persone, calabresi residenti nel Bresciano, sono state arrestate con le accuse di sequestro di persona, estorsione, rapina e lesioni personali, con l’aggravante del metodo mafioso. I sei avrebbero sequestrato, malmenato e minacciato con una pistola un cinquantenne, anche lui calabrese, per farlo desistere dal nominare una terza persona rappresentante legale di una società riconducibile a due degli indagati. In quest’ultima, l’uomo sequestrato faceva da prestanome. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata la Squadra Mobile della Questura di Brescia, che ha condotto le indagini coordinate dal sostituto procuratore Claudia Moregola. L’uomo era stato caricato su un furgone proprio mentre si stava recando in banca per modificare le deleghe. Lungo il tragitto era stato preso a calci e pugni, colpito con una mazza da baseball e minacciato con una pistola; poi era stato abbandonato sanguinante lungo il fiume Mella, a Brescia. Secondo quanto riferiscono gli investigatori, si sarebbe trattato di “una vera e propria esecuzione di stampo mafioso”.
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