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‘Mongo Art – riciclo creativo’, la mostra sarà aperta fino al 30 giugno
COSENZA – Si inaugura oggi pomeriggio a Cosenza la mostra “Mongo Art – riciclo creativo” di Ferdinando Segreti.
Il Gran Caffè Renzelli in corso Telesio a Cosenza apre i suoi spazi ad un artista del riciclo che ha fatto del recupero di oggetti buttati, una sorta di missione. Segreti, dopo anni dedicati al lavoro, ha lasciato spazio alla propria creatività partendo dagli oggetti che nessuno voleva, nessuno utilizzava più cercando di farli rivivere in qualcosa d’altro riassemblandoli e reinventandoli. «È un recupero funzionale che si contrappone alla cultura dominante dell’usa e getta», spiega l’artista. Davanti ad un consumo che sta prendendo il sopravvento: il messaggio di Segreti va nella direzione di una riappropriazione del tempo, dello spazio e degli oggetti. Il tutto con una sottile vena ironica capace di rappresentare soggetti seriosi, ma offrire una divertente chiave di lettura attraverso un titolo fuori dagli schemi. La mostra si “allunga” dal centro storico di Cosenza – dove si trova il Gran Caffè Renzelli – fino a piazza Dei Bruzi dove, al Caffè Nuovo viene esposta l’opera “Salvador e la femme”, realizzata da Segreti ed esplicitamente dedicata al maestro Dalì. La mostra rimane allestita fino al 30 giugno ed è ad ingresso libero. L’inaugurazione è in programma alle 19.00 e vedrà l’intervento del critico d’arte Santino Pascuzzi.
Biografia Ferdinando Segreti
E’ nato a Cosenza il 18 giugno 1948 sotto il segno dei gemelli, e forse gli astri hanno influenzato il suo carattere poliedrico: amante dell’arte, delle scienze umanistiche e della musica nera ‘rock / blues’. Ha una notevole curiosità ed una fervida fantasia che lo porta ad avere numerosi interessi. Geometra per caso “gli piaceva il disegno”, seriamente ha praticato il sollevamento pesi, sport che lo ha forgiato nella volontà e nel carattere. Per oltre un trentennio ha profuso la sua energia nell’impresa di famiglia di produzione di surgelati, lavoro che non lo ha mai soddisfatto, nei momenti liberi, visitava i vari depositi di demolizioni della sua città e lì recuperava i materiali più svariati ,che con la sua fantasia e manualità riprendevano nuova vita. Finalmente, chiusa l’attività, ha potuto dare libero sfogo alla sua creatività, realizzando varie sculture, quadri e complementi d’arredo. Ha esposto le sue sculture ‘I Becchi Blu’ alla libreria Ubik di Cosenza, ha partecipato insieme con l’Associazione Sottosuolo ad una collettiva presso il Museo del Presente di Rende. A Roma, all’Isola Tiberina, mostra e performance creativa documentata dal video su Youtube (Riscarte isola zero). A Bitonto nel magnifico centro storico ospite degli amici di Remmade nella manifestazione ReExhibition. La sua arte che alcuni chiamano arte povera- trash art- mongo art è una continua sperimentazione di nuovi materiali e nuove tecniche, che si esprime in opere, ognuna diversa dall’altra, che hanno tutte uno stesso denominatore la curiosità di un eterno ragazzo. Tra le sue sculture ci sono molti quadri, sculture e complementi di arredo che nella loro nuova vita rendono di certo giustizia al loro abbandono. In fondo parte del senso della sua opera può essere visto proprio nel suo estremo e continuo tentativo di recuperare e conservare ciò che in lingua Inglese viene definito trash e che in Italiano forse più che col termine rifiuti, dovremmo imparare a definire come materiale di riciclo.
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