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La moglie getta l’eroina dal balcone, arrestato Bertocco
COSENZA – Suo fratello è stato trucidato dal nipote a Gennaio, a pochi isolati dalla casa in cui è stato arrestato ieri al secondo lotto di via Popilia.
Giusepp Bertocco, 63enne già noto alle forze dell’ordine, è stato ammanettato ieri dai militari del nucleo operativo all’interno della propria abitazione. Oggi la convalida del fermo. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari. Sua moglie e suo figlio erano stati arrestati a Marzo con la stessa dinamica: una perquisizione inaspettata nel tardo pomeriggio. In quell’occasione i carabinieri sorpresero il ventenne Enzo Bertocco mentre consegnava una ‘busta’ ad un tossicodipendente sull’uscio della porta. La cinquantaduenne Rossella Corallo e il figlio opposero resistenza per evitare il blitz dei militari, ma la perquisizione fu portata a termine con il ritrovamento di 31 grammi di eroina, 800 euro in banconote da dieci, 90 munizioni calibro 5.56, un pugnale e un coltello serramanico. Ieri la donna, ancora sottoposta ad obbligo di dimora, all’arrivo delle gazzelle ha tentato di salvare le sorti del marito gettando dal balcone alcune dosi di eroina. Ciò non è bastato a scagionare l’ultrasessantenne al quale è stata attribuita la paternità dei 20 grammi di eroina, già confezionata e suddivisa in dosi.
Secondo gli inquirenti, vi sarebbe in città un esponenziale aumento del consumo di eroina. A seguito di appostamenti, informa il tenente Carusone, nel corso degli ultimi mesi è evidente come la piazza dello smercio sia diventata l’area di via Popilia, tra il secondo e l’ultimo lotto. In diverse occasioni perquisendo passanti che sembravano essere sotto effetto di stupefacenti le forze dell’ordine hanno requisito in quei quartieri alcune dosi di eroina. L’andirivieni dal condominio dei Bertocco ha quindi insospettito l’Arma che ha lanciato l’ennesimo blitz nei confronti della famiglia di presunti pusher. Nella perquisizione di Marzo il quadro probatorio a carico di madre e figlio, infatti, fu aggravato dall’arrivo di un tossicodipendente che nel bel mezzo dell’operazione dei militari chiese ad un carabiniere una ‘busta’ porgendogli del denaro. Il canale di approvviggionamento, dai rilievi emersi dalle indagini, sarebbe unico: il business della tossicodipendenza pare sia direttamete collegabile al clan dei nomadi operante in città.
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