Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Malasanità all’Ospedale di Cosenza, si sveglia dal coma e muore per un catetere

Area Urbana

Malasanità all’Ospedale di Cosenza, si sveglia dal coma e muore per un catetere

Pubblicato

il

Il Tribunale di Cosenza si pronuncia sul caso Carofiglio: due medici condannati e quattordici infermieri assolti.

 

COSENZA – Una crisi respiratoria ed un ricovero rivelatosi fatale. Dopo anni i familiari di Maria Grazia Carofiglio, cinquantenne cosentina, hanno ottenuto una risposta, anche se parziale, dalla giustizia italiana. Al decesso della congiunta avevano sporto denuncia chiedendo che si facesse luce su quella morte inaspettata ed apparentemente inspiegabile. Alla sbarra furono portate sedici persone: due medici e quattordici infermieri in forze negli ospedali di Cosenza e Lamezia Terme. Dopo aver ascoltato imputati e testimoni il pm Antonio Bruno Tridico, nella scorsa udienza, aveva chiesto la condanna per omicidio colpodo ad un anno di reclusione per tutti i sanitari coinvolti nella morte di Maria Grazia Carofiglio. Oggi al termine delle arringhe difensive il giudice ha disposto la condanna ad otto mesi di detenzione, pena sospesa, per i due medici indagati e l’assoluzione per tutti gli infermieri finiti a processo. La signora Carofiglio è morta il 12 Maggio del 2012 nel reparto di Psichiatria dell’Annunziata. La donna che era stata inizialmente ricoverata per una crisi respiratoria, dopo settimane di agonia, perde la vita lasciando i familiari attoniti nel dolore. Arrivata in Pronto Soccorso a Cosenza doveva essere ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva.

 

A causa della carenza di posti letto Maria Grazia Carofiglio verrà trasferita, già intubata, a Lamezia Terme dove trascorrerà dieci giorni in coma. Risvegliatasi verrà riportata a Cosenza, nel reparto di Psichiatria dove provvederanno dopo le ripetute segnalazioni dei congiunti a rimuovere il catetere venoso che le era stato impiantato nella gamba. L’arto però continua a gonfiarsi, da Lamezia Terme i medici non hanno indicato nessuna terapia farmacologica per la donna appena risvegliatasi dal coma. Senza catetere e senza assumere l’eparina per scongiurare scompensi circolatori Maria Grazia Carofiglio viene colpita da una trombosi. Per l’internista che l’aveva visitata, Elio Fiaschi del Reparto di Medicina Generale Valentini dell’Ospedale di Cosenza chiamato ad esprimere un parere sulle condizioni della donna e condannato oggi, non c’era nulla che destasse preoccupazione. Eppure la signora Carofiglio morirà dopo poche ore.

 

Attimi concitati, quando sempre su sollecitazione dei parenti, intervengono i medici somministrando la terapia anticoadiuvante. Ormai, però, è troppo tardi. La donna ha smesso di respirare.  Convinti che si sia trattato di un errore umano la famiglia Carofiglio si costituisce parte civile nel processo assistita dagli avvocati Amalia Ferrari, Giuseppe Farina e Pietro Pomanti. A rispondere delle responsabilità mediche del personale sanitario lametino è stato il dottor Guido Vollaro, sulla carta specialista nel trattare la trombosi venosa profonda su cui viene chiamato a tenere corsi professionalizzanti, condannato con Fiaschi ad otto mesi di carcerazione. Assoluzione per i quattordici infermieri del Reparto di Psichiatria dell’Ospedale di Cosenza accusati di omicidio colposo “per non aver commesso il fatto”. Alla sbarra erano finiti: Maria Lucrezia Adduci, Tiziana Cribari, Alma D’Ambrosio, Roberto De Rose, Teresa Fabiano, Domenico Foglia, Paola Lopez, Mauro Francesco Montemurro, Nicola Pagliaro, Giovanni Perna, Rosa Maria Rocca, Giuseppina Scigliano, Maria Filomena Scigliano e Leopolda Scilla.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA