Daniela Falcone incapace d’intendere? A valutare arriva anche il perito di Cogne

Due esperti torneranno a valutare le condizioni mentali della donna che, nel marzo 2014, uccise il figlio Carmine di soli 11 anni.

CATANZARO – Tre anni fa si consumò la tragedia: una mamma uccise il suo bambino, di soli 11 anni, nei boschi della “Crocetta”. Un terribile omicidio, consumatosi a marzo 2014, per li quale il gup di Paola Giulio De Gregorio, ha inflitto a Daniela Falcone, 16 anni di reclusione con il rito abbreviato (riconoscendo nel processo di primo grado la seminfermità mentale). Dinnanzi la Corte d’assise d’appello di Catanzaro, presieduta dai giudici Marco Petrini; a latere Vincenzo Galati); il legale difensore della donna, Gianluca Serravalle è tornato ad invocare la totale incapacità mentale d’intendere e di volere. I giudici hanno accolto l’istanza e deciso di far valutare nuovamente le capacità mentali della Falcone.

Il prossimo 28 marzo, verrà conferito l’incarico a due periti: il prof. Marco Marchetti (medico legale e criminologo dell’Università del Molise) e il prof. Giovanni Battista Traverso (docente di psicopatologia forense presso l’Università di Siena), noto per aver partecipato nelle consulenze del caso Cogne. I due esperti valuteranno le condizioni mentali della donna, s’insinueranno nei meandri della sua mente, cercando di esplorare i ricordi di quel maledetto giorno di tre anni fa; quando il piccolo Carmine lasciò per sempre la vita terrena.

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