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A 13 anni violentata dal branco: “Le Iene”, la storia di Anna Maria Scarfò e un paese che difende gli stupratori (VIDEO)

Calabria

A 13 anni violentata dal branco: “Le Iene”, la storia di Anna Maria Scarfò e un paese che difende gli stupratori (VIDEO)

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Nadia Toffa ieri sera ha raccontato la storia di Anna Maria Scarfò, la giovane di Taurianova violentata dal branco all’età di 13 anni. Dopo due anni di violenze decise di denunciare i suoi aguzzini ma il suo calvario non è affatto finito perchè da quel giorno il paese è contro di lei.

 

TAURIANOVA (RC) – Tanta ignoranza e povertà intellettuale. Il servizio andato in onda ieri sera a cura di Nadia Toffa sulla storia di Anna Maria Scarfò è ricco di omertà, mentalità arcaica, e di gente che continua a vivere la propria vita ‘avallando’ la violenza. Donne che difendono i mariti stupratori, un paese che giustifica il branco sottolineando che Anna Maria non era “neanche bella”. Come commentare quelle dichiarazioni? Come trovare le parole per quella gente che con una crudeltà inaudita difende gli stupratori e punta il dito contro una ragazzina di 13 anni? Tanta ignoranza e mentalità mafiose. Le interviste della Iena Toffa suscitano una gran pena nei confronti di chi, in quel paesino ha puntato il dito contro la ‘vittima’ e difeso i carnefici. Finanche il prete, al quale la ragazzina si era rivolta nel 1999, e condannato tra l’altro per falsa testimonianza, ha difeso e aiutato Annamaria che, non lo dimentichiamo, è “la vittima”.

scarfo

La storia di abusi e violenze su Anna Maria Scarfò, la ragazza di San Martino, piccola frazione di Taurianova, ha avuto inizio nel 1999, quando aveva appena tredici anni e tanti sogni nel cuore. Quel mostro però aveva messo gli occhi su di lei e la corteggiava, la riempiva di attenzioni. E a tredici anni è facile pensare che quelle attenzioni siano sinonimo di amore. Ed invece Anna Maria a 13 anni, è stata stuprata, venduta, usata, picchiata, umiliata, e poi, dopo aver denunciato i suoi stupratori, è stata minacciata e allontanata da tutti.

Per non farla parlare le infilarono una pistola in bocca, la minacciarono di morte, di raccontare tutto alla sua famiglia e lei aveva paura. Perchè a tredici anni si è troppo piccole per capire certe dinamiche. Ma quando ,dopo due anni le ‘bestie’ avevano deciso di orientare le loro attenzioni sulla sorellina più piccola, Anna Maria ha trovato il coraggio di raccontare tutti ai carabinieri e mettere la parola fine alla sua triste storia.

GUARDA IL SERVIZIO DE “LE IENE”

Anna Maria si fidava di quell’uomo che diceva di volerla ‘crescere’, di volersi fidanzare e lei, ingenua, bambina, con i sogni del matrimonio e del principe azzurro gli ha creduto. Ma nel giorno del suo compleanno, inizia il suo incubo: lui la incontra e le chiede di andare a fare un giro in macchina, lei lo segue. Arrivati in campagna, scopre che ad aspettarli c’è un altro ragazzo e inizia la sua terrificante storia di violenze.

I due, forti di una “cultura” maschile e mafiosa sono temuti in paese e nessuno si metterebbe mai contro di loro. E così abusano di lei a loro piacimento, quando vogliono la vanno a prelevare sotto casa, e in altri casi la ‘vendono’ agli amici per debiti o per sfizio. E tutti questi uomini che negli anni hanno partecipato alle violenze sono anche sposati, fidanzati; altri girano con la pistola in tasca e se lei prova a ribellarsi la usano per minacciarla. Entrata in questa spirale, a soli 13 anni, vorrebbe parlare della vicenda ai genitori ma ha troppa paura e così decide di confidarsi con il parroco, Don Antonio Scordio, che anzichè portarla dai carabinieri la invita a ‘pentirsi’.

preteDopo la sua denuncia nel settembre 2002, i suoi aguzzini sono stati condannati così come Don Antonio Scordio (in foto a sinistra), l’ex parroco di San Martino di Taurianova per falsa testimonianza. Lo stesso prete che dopo 18 anni ancora dichiara alle telecamere de “Le Iene”: “se lei dice che è stata violentata, sarà così”. Le condanne intanto sono arrivate e sono tutte definitive: Antonio Cutrupi, Maurizio Hanoman, Giuseppe Chirico, Antonio Cianci (7 anni di reclusione) e Fabio Piccolo (7 anni e 8 mesi).

Ma Anna Maria che dal 2010 vive in una località protetta, per la ‘gente’ di quel paese è ancora la ‘puttana’ la ‘malanova’, la ‘ragazza facile. Alcuni ‘uomini’ intervistati con parole che sconfinano nell’essere animale (ma gli animali riteniamo abbiano più dignità) si permettono addirittura di chiamarla “Cagna lorda, bastarda che ha rovinato un paese…” e ancora “noi a 13 anni le ragazzine ce le scopavamo e tutte zitte…”. “Ma voi l’avete vista – dice un uomo del posto alla Toffa – come si poteva scopare una così? Fosse stata miss Italia sarei stato d’accordo ci può stare che uno perde la testa per una ‘bona’, ma è na vacca cchiu brutta du scuru”.
Per non parlare delle mogli, fidanzate che ci hanno anche ‘messo la faccia’ per difendere i loro mogli‘compagni’ che ricordiamo, la Giustizia ha giudicato colpevoli. Un servizio, quello realizzato da Le Iene, che certamente mette in luce tutta la miseria umana della gente intervistata, ma che non può assolutamente ricondurre quella ‘gentaglia’ alle persone calabresi oneste e che combattono contro la violenza, di ogni genere e forma. Oggi a 26 anni, Anna Maria è una donna coraggiosa, per se stessa e per molte altre persone calabresi. Quelle persone invece resteranno imprigionate in un’immagine di commiserazione, perchè per loro si può solo provare tanta pena.

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