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Le mani dei Lanzino sugli appalti pubblici, si attende la testimonianza di Franco Pino

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Le mani dei Lanzino sugli appalti pubblici, si attende la testimonianza di Franco Pino

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Una proposta oscena ed un netto rifiuto. Parla un imprenditore: “La verità è che non sono stato al gioco di Gencarelli e non mi hanno più fatto lavorare”.

 

COSENZA – Elezioni e ‘favori’. Nuova udienza al Tribunale di Cosenza per il processo Acheruntia sulle presunte infiltrazioni del clan Lanzino nella gestione degli appalti pubblici al Comune di Acri e le attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria. Oggi dinanzi al presidente del collegio giudicante Enrico Di Dedda con a latere i giudici Claudia Pingitore e Manuela Gallo si è discusso della posizione dei tre imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario: Gianpaolo Ferraro, Angelo Gencarelli e Giuseppe Perri ritenuto . Gli altri indagati rinviati a giudizio risultano essere: Abbruzzese Elio, Abbruzzese Francesco, Belsito Luigi, Bevilacqua Giuliano, Bruno Alfredo, Burlato Giuseppe, Cappello Domenico, Caruso Franco (nato a Lattarico il 02.02.59), Cello Andrea, D’Ambrosio Adolfo, Dolce Claudio, Gencarelli Salvatore, Luigi Maiorano, Greco Massimo, La Greca Enzo, Maiorano Luigi, Martorino Gemma, Rosa Antonio, Tarsitano Giuseppe, Trematerra Michele (per loro il processo inizierà il prossimo 7 Novembre) e di Rinaldo Gentile condannato in abbreviato ad otto anni di reclusione.

 

Le accuse mosse nei loro confronti riguardano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e reati in materia di armi. Nel corso dell’udienza odierna un imprenditore ha raccontato delle ripercussioni che presume di aver avuto sul proprio lavoro dopo aver rifiutato un’oscena proposta del consigliere all’epoca in carica al Comune di Acri Angelo Gencarelli. Il teste ha infatti reso noto che dopo le elezioni tenutesi ad Acri che avevano confermato la presenza di Gencarelli in Consiglio il politico gli avrebbe chiesto di dividere con lui i proventi degli appalti pubblici che si impegnava ad affidargli. Si sarebbe trattato di una percentuale sull’importo dei lavori che l’imprenditore grazie all’intercessione del consigliere avrebbe potuto aggiudicarsi. Indignato l’imprenditore avrebbe rifiutato l’illecito business. A ciò sarebbe seguita l’estromissione dal secondo lotto di lavori che stava eseguendo in subappalto per conto della pubblica amministrazione sull’alveo di un fiume.

 

In più l’appalto che avrebbe dovuto aggiudicarsi per il terzo lotto della commessa che riguardava sempre la messa in sicurezza degli argini dello torrente lo avrebbe poi vinto Salvatore Gencarelli attraverso l’azienda intestata alla moglie. Intanto in quella stessa area prima che fosse firmata l’autorizzazione ai lavori l’impresa di Gencarelli aveva già iniziato a disboscare i terreni senza alcun apparente motivo. “La verità – ha sostenuto il testimone – è che non sono stato al gioco di Gencarelli e non mi hanno più fatto lavorare”. Al termine della deposizione il processo è stato aggiornato al prossimo 11 Aprile quando a testimoniare in aula sarà lo storico collaboratore di giustizia cosentino Franco Pino. L’ex boss della criminalità organizzata bruzia dovrà far chiarezza sulle dinamiche delle cosche sul territorio di Acri e i presunti rapporti con la politica locale.

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