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Tra speranze e illusioni. L’Italia negli anni di piombo

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Tra speranze e illusioni. L’Italia negli anni di piombo

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Ostinatamente ancora oggi si definisce il periodo che va dal 1968 fino agli anni ottanta con l’appellativo “Anni di Piombo”.

Come ha sottolineato Carmelo Albanese nell’intervista: “Chiamarli Anni di Piombo” significa sostanzialmente eseguire il dettame finale di quel percorso repressivo che ha nascosto nel sangue, un sangue sporco, un sangue mai reso manifesto, quelle che erano delle rivendicazioni di progresso, di emersione delle classi popolari, l’assalto al cielo. Franco Piperno anima volta ai tempi a rendere più moderarata la linea di Potere Operaio ha definito, nella sua intervista, quel periodo come Formidabili anni. Sia Carmelo Albanese che Silvano Agosti, poi, parlano di Decennio, dal ’68 al ’78, come il periodo in cui le istanze dal basso sono emerse con tutta la loro prorompenza e forza, in cui era presente una resistente solidarietà collettiva, non esisteva più l’io isolato, asociale, ma, al contrario, si era creato un noi collettivo capace di mobilitare in tutt’Italia migliaia di giovani. Di chi è stata la responsabilità del validare la definizione “Anni di Piombo”? Carmelo Albanese ha avanzato questa ipotesi:”L’idea di Anni di Piombo che è stata fatta passare dalla criminalità intellettuale di alcuni partiti, tra cui il principale è quello della sinistra italiana, è sbagliata. Il ruolo di questi partiti è stato di leggere storicamente o nel far leggere attraverso i potentati accademici o intellettuali o giornalistici l’esperienza del Decennio ’68-’78, soprattutto l’ultima parte degli anni Settanta, come un’esperienza sovversiva, l’assalto al cielo, il deflagramento di tutti quelli che erano gli ordini costituiti anche a sinistra”. La presentazione dell’ultimo libro di Chantal Castiglione si terrà oggi alle 18.00 alla Fucina Anarchica presso l’area delle ex Ferrovie della Calabria sita tra viale Parco e via Popilia.

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