Area Urbana
Scuola Falcone, convegno sulla “Teoria Gender”: porte chiuse per cittadini, solo docenti e genitori
Eos Arcigay Cosenza, Giovani Comunisti/e Cosenza, C.A.S. e Progetto Azadì, ieri, hanno provato a partecipare all’incontro nella scuola media di Rende, ma è stato negato loro l’ingresso, riservato solo al personale scolastico e genitori.
RENDE – Ingresso vietato, ieri, al convegno “Parliamo di Gender, per una nuova alleanza educativa”, tenutosi presso la Scuola Media G. Falcone di Rende. A partecipare solo gli addetti ai lavori, personale scolastico e genitori degli alunni. Per gli altri cittadini porte chiuse, con la sola motivazione che “la partecipazione all’evento fosse su invito” e solo la “dirigente potesse decidere chi entrare o no”. Questo ciò che è accaduto ieri e che hanno raccontato Eos Arcigay Cosenza, Giovani Comunisti/e Cosenza, C.A.S. e Progetto Azadì; ai quali è stato negato l’ingresso.
“Ieri, 18 gennaio – scrivono in una nota – in occasione del convegno “Parliamo di Gender, per una nuova alleanza educativa”, tenutosi presso la Scuola Media G. Falcone di Rende, abbiamo ritenuto opportuno radunarci davanti l’entrata dell’istituto per distribuire un volantino informativo e manifestare il nostro disappunto contro un’iniziativa organizzata senza contraddittorio e per ribadire fortemente che la “Teoria Gender” è un’invenzione, che talvolta viene usata al fine di nascondere sentimenti di #omofobia e paura delle diversità. Nonostante i nostri intenti pacifici, ci è stato ripetutamente negato l’ingresso nell’istituto. “Nella mia scuola non posso decidere di fare come dico io?” sono state le argomentazioni della preside che ha sbattuto la porta in faccia a noi e ad altre persone interessate all’argomento, affermando che la partecipazione all’evento fosse “su invito e riservata solo a genitori e docenti” (cosa paradossale in una #scuola pubblica).
La preside ha poi chiamato i Carabinieri e, dopo aver tutti noi appurato che non esisteva alcun invito (nessuno dei presenti nell’edificio ne era infatti in possesso), essa ha continuato a negarci il diritto di parola e il diritto a partecipare, giustificando la sua presa di posizione con la presunta mancanza di spazio nel locale della scuola in cui si svolgeva il dibattito. È chiaro che la nostra presenza all’interno della scuola oggi non era gradita. Perché? Qualche voce fuori dal coro avrebbe potuto influenzare “negativamente” i presenti? Oppure si ha paura del confronto democratico quando non si hanno le giuste argomentazioni per sostenere una tesi? Ci schiereremo sempre dalla parte dei diritti delle persone, contro ogni forma di intolleranza religiosa, etnica o che riguardi l’orientamento sessuale.”
Fonte foto CosenzApp
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