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Padre Fedele: la suora ha detto il falso. Ma la calunnia potrebbe cadere in prescrizione (AUDIO)

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Padre Fedele: la suora ha detto il falso. Ma la calunnia potrebbe cadere in prescrizione (AUDIO)

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Padre Fedele: condannato, assolto e mai risarcito. La sentenza parla di falsità dette nei suoi confronti.

 

COSENZA – “C’e’ un serio rischio di prescrizione del reato di calunnia della suora nei confronti di Padre Fedele”. A parlare è uno dei legali di Padre Fedele Bisceglia, Eugenio Bisceglia.

La vicenda è nota in tutta Italia, e anche oltre confine. Padre Fedele, nel gennaio del 2006, fu arrestato all’improvviso, all’alba, prelevato nella sua Oasi Francescana. Sua, perchè da lui ideata e costruita, con il denaro che a lui diedero tanti benefattori della città. Manette ai polsi, fu mostrato e indicato come un violentatore, un falso, un uomo lontano dalla fede e che tra le pareti di quella che era la casa dei poveri cosentini, in realtà facesse chissà quali porcherie. Chissà quali violenze sessuali, perpetrate ai danni delle indifese ospiti dell’Oasi Francescana e delle suore che vi prestavano servizio. La sua fu una vera odissea, da un carcere ad un confino in un monastero, fino in Corsica. Una vicenda che appassionò decine di cronisti, e anche chi vi scrive, che, dopo aver letto le carte, si era fatto una sua ben precisa idea su quello che si stava facendo contro questo frate. Idea che sembrava davvero errata, dopo la prima condanna e dopo quella arrivata in appello. Ma che fu rivalutata dopo il pronunciamento della Cassazione, che rinviava ad un nuovo appello. E quello fu, finalmente, il momento in cui sembrò che tutto quello che era stato detto su Padre Fedele non esistesse più. Niente filmini erotici, che erano stati annunciati e mai trovati. Niente più testimoni super credibili, che furono smontati uno ad uno. Ognuno aveva il suo bel motivo per parlare contro l’ormai ex frate. Deposto e abbandonato. Gli avvocati Eugenio Bisceglia e Franz Caruso riuscirono, finalmente, a far prendere in considerazione tutte quelle carte e circostanze che, fino ad allora, sembravano davvero non interessare la giustizia.

Fu scoperto perfino un fascicolo segreto, indicato con un codice e non con un nome, che qualcuno fece misteriosamente ritrovare nel tribunale di Cosenza. E giustizia fu. Padre Fedele fu assolto. Dopo dieci anni. Invecchiato, ammalato ma mai domato nella sua forza e nella veemenza mostrata nel chiedere verità e giustizia, il religioso aveva avuto, alla fine, la sua vittoria. La suora accusatrice non ha detto il vero. Lo dice la sentenza. Da qui la rivalsa del collegio difensivo dell’ex frate, mai reintegrato e che ancora oggi chiede di poter tornare a dire messa. “Abbiamo depositato un’istanza per sottolineare che la sentenza dice che la suora ha calunniato Padre Fedele” dice Eugenio Bisceglia, “ma la procura di Cosenza ha inviato tutto a Roma, e purtroppo anche a Roma c’è stato un passaggio da un magistrato ad un altro. Si sta perdendo troppo tempo e in 5 mesi ho già fatto tre istanze, ma non si muove nulla”. Il tempo passa. Dopo i 10 anni trascorsi a cercare un modo per dimostrare la sua innocenza, quanto altro tempo dovrà passare prima che questo religioso, sempre per strada, sempre ad aiutare i poveri e gli ammalati, possa avere la “sua” vera giustizia? “Adesso ho inviato una pec alla procura generale, chiedendo l’avocazione del caso nei confronti della procura di Roma”, dice ancora il legale di Padre Fedele. Perchè il rischio vero è che la giustizia, così solerte, in quella fredda alba del 23 gennaio del 2006, ad arrestare il frate, adesso lasci passare troppo tempo. Fino ad arrivare alla prescrizione del reato. “La prescrizione potrebbe arrivare, a seconda delle diverse interpretazioni di legge, ad ottobre 2017, se si applicasse la legge ex Cirielli, o nel 2018”. Eugenio Bisceglia e gli altri legali che lo hanno affiancato si sono battuti per dimostrare l’innocenza di Padre Fedele. E hanno vinto.

ASCOLTA L’INTERVISTA all’avvocato Eugenio Bisceglia ai microfoni di Rlb Radioattiva

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Ma se qualcuno ha vinto, qualcun altro deve aver perso. E chi ha perso sarebbe bene che perdesse pubblicamente la sua faccia, almeno. Padre Fedele, lo dice sempre, ha già perdonato. Noi no. Noi non siamo tenuti al perdono. Noi vorremmo solo che non ci fossero delitti impuniti. E in questa storia ci sembra che ancora qualcuno non abbia pagato affatto per il male che, dice una sentenza, ha compiuto. E chissà per quali motivi. Ha pagato anche e soprattutto una città: Cosenza. Al centro dei riflettori per una vicenda davvero vergognosa. Una città che ha anche perso quella sua Oasi Francescana, punto di riferimento dei derelitti. Subito levata al frate. E rinominata. Esiste ancora. Ma a noi piaceva com’era prima. Ci piaceva anche quel frate. Prima che provassero a piegarlo. Prima che lo bloccassero per 10 lunghi anni. Dieci anni persi. Durante i quali qualcuno, però, ha guadagnato. Quando si indagherà anche su questo?

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