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Incidente ferroviario a Gimigliano: si cercano su quei treni, responsabilità che vengono da lontano
L’eco di un incidente frontale fra due treni, rimbalza a livello nazionale ed oltre.
Tutti i tg ne parlano. Per fortuna non ci sono state vittime ma solo tanta paura. Ora al via le inchieste quella della Procura e quella interna nella spasmodica ricerca di un colpevole cui addebitare la colpa. Lo scenario è il binario unico che congiunge i territori di Catanzaro e Cosenza. Siamo nei pressi di Gimigliano, i due treni si trovano uno di fronte all’altro. Per i macchinisti impossibile evitare la tragedia. La cronaca poi è quella odierna. Tutti a criticare la linea a binario unico, a ricercare colpe: sul treno o dalla sala operativa. Con tutto il rispetto che si deve alle autorità, che certo devono indagare e capire, mi fanno ridere alcune dichiarazioni: faremo luce sull’accaduto dopo avere analizzato gli strumenti di controllo, in particolare la scatola nera che è stata già sequestrata”. Scatola nera? È bello sapere che quelle diligenze che camminano sulle “strade ferrate” dei tempi di Cochise abbiano addirittura la “scatola nera” con la speranza che questa sia funzionante e che non sia stata resa “nera” solo dall’usura del tempo. Alla fine sarà condannato qualche sventurato che, per sua fortuna non dovrà vivere con lo scrupolo di coscienza di vittime innocenti e potevano esserci: su uno dei treni viaggiavano 16 ragazzini, calciatori della Garibaldina di Soveria Mannelli. Immediata anche la presa di posizione del sindaco di Soveria Mannelli Giuseppe Pascuzzi: “È da anni che evidenziamo come il trasporto su questa tratta sia reso difficile dalla condizione dei luoghi. Ci sono i soldi del Por che potrebbero essere utilizzati per rendere più sicuri questi collegamenti, ma niente è stato fatto”. A mio avviso le responsabilità stanno più in alto. Ad essere giudicati dovrebbero essere quei funzionari, seduti dalla politica ai posti di “comando” che, con la loro “incompetenza” di settore, non hanno speso mai quei soldi per ammodernare la tratta o, non hanno mai chiesto finanziamenti per rendere agibile e sicura quella “pista” d’altri tempi. Purtroppo, sarà, come al solito la dura cronaca ad essere riportata: “In serata c’è stato un sopralluogo anche del presidente delle Ferrovie della Calabria, Giuseppe Pedà: “Verificheremo tutto ma al momento è prematuro fare ipotesi”. Che cosa verificherà Giuseppe Pedà che molto probabilmente nemmeno sapeva che i “suoi” treni viaggiavano in quelle condizioni? Così a pagare saranno sempre gli stessi: poveri sventurati che ogni giorno su quella tratta mettevano a rischio la loro e l’altrui incolumità per volontà che venivano dall’ “Alto”.
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