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Gatto ucciso a Tortora, i ragazzini denunciati si difendono: “Era già morto”
Gli animalisti intanto hanno già firmato un esposto e richiesto l’esame autoptico sul corpo del gatto.
TORTORA (CS) – Il presidente nazionale di AIDAA Lorenzo Croce ha firmato questa mattina un esposto-denuncia inviato oggi alla procura della repubblica di Paola in relazione alla morte del gatto avvenuta quasi certamente per mano di un gruppo di ragazzini minorenni a Tortora in provincia di Cosenza. Il gatto è stato ritrovato il giorno di santo Stefano con il pelo bruciato e con un petardo in bocca, da qui la prima ricostruzione dalla quale si evidenzia come il gatto potrebbe essere stato stordito e successivamente riempito di petardi che potrebbero essere stati la causa della morte, sia per il fuoco provocato sul suo corpo che per un possibile attacco cardiaco. I ragazzini sentiti dalle forze dell’ordine hanno invece dichiarato di aver ritrovato il gatto già morto presumibilmente avvelenato e che loro si sarebbero limitati a fare scempio del corpo del povero animale.
L’AIDAA che su questa vicenda ha posto una taglia da 10.000 euro intende fare chiarezza e nell’esposto denuncia oltre a far presente le segnalazioni ricevute in merito alle diverse versioni su come sono andati i fatti che hanno portato alla morte comunque atroce del micio rosso, ha anche chiesto l’esame autoptico sul corpo del gatto per accertare le cause della morte. “Non è una differenza da poco – ci dice Antonella Brunetti propresidente di AIDAA e responsabile settore gatti dell’associazione – stabilire le cause della morte, in quanto se ci fosse del veleno in giro occorrerebbe mettere in campo i protocolli previsti per la bonifica della zona. Ciò non toglie – conclude Brunetti – che lo scempio sul corpo di un animale sia un reato da perseguire fino in fondo e poco importa se i responsabili siano degli adulti o dei ragazzini, hanno sbagliato e devono pagarla fino in fondo”.
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