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Triplice omicidio a Cassano, quel ‘mi piace’ su facebook cliccato dopo la scomparsa

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Triplice omicidio a Cassano, quel ‘mi piace’ su facebook cliccato dopo la scomparsa

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Nuovi dettagli sul delitto. Ancora confusione su chi stesse guidando la Fiat Punto, mentre il padre di Cocò evade dal carcere.

 

COSENZA – Un delitto che la Calabria faticherà a dimenticare facilmente. Tre corpi carbonizzati in agro di Cassano allo Ionio: un noto pregiudicato cinquantaduenne Giuseppe Iannicelli, il nipotino di tre anni Coco’ Campilongo e la compagna del nonno, la marocchina di ventisette anni Ibtissam Touss. Una vera e propria tragedia annunciata. Iannicelli sapeva di rischiare la propria vita quotidianamente per dei contrasti sorti con il clan degli Abbruzzese per la gestione del narcotraffico sul territorio. Per questo motivo, mesi prima che fosse ritrovato cadavere, aveva fatto un appello per richiedere la scarcerazione della figlia affinché potesse prendersi cura del bambino. All’epoca dei fatti la maggior parte dei componenti della famiglia Iannicelli si trovava ristretta in carcere ed il piccolo era stato quindi affidato alle cure del nonno.

 

Dalle sbarre della cella della Corte d’Assise del Tribunale di Cosenza la mamma, la nonna e la zia del piccolo Cocò ancora sottoposte a misura cautelare ascoltano con attenzione le parole dei teste. Stamattina inanzi al collegio giudicante presieduto da Giovanni Garofalo con a latere il giudice Francesca Vuono sono state ascoltati più testimoni. Il tenente di Cassano allo Ionio Dileo che ha partecipato alle indagini ha raccontato di uno strano episodio accaduto nelle ore successive alla denuncia della scomparsa dei tre sporta in caserma dal figlio minorenne di Iannicelli, Giuseppe Junior e dal fratello Battista. La figlia di uno dei due imputati Eleonora Donato (che all’epoca aveva una relazione con il figlio di Iannicelli, Giuseppe Junior) mostra ai carabinieri che si erano portati presso l’abitazione della famiglia Iannicelli il suo profilo facebook. Tra i post una sua foto e un ‘mi piace’ cliccato alle 22.02 da Betty Touss, profilo social di Ibtissam Touss il giorno successivo alle denuncia della sua scomparsa.

 

Qualcosa non quadra tant’è che acquisiti i messaggi whatsapp che il ragazzino preoccupato aveva inviato ad un amico sarebbero emersi altri indizi inquietanti. L’adolescente pare infatti avesse incontrato i due imputati accusati del triplice omicidio Cosimo Donato e Faustino Campilongo. Al suo amichetto con un messaggio vocale della durata di oltre sei minuti aveva confessato i propri sospetti perché ‘puzzavano di benzina’. Al ragazzo che in seguito troverà una foto osé del padre sul cellulare della fidanzatina che in realtà era il telefono della ragazza marocchina che le aveva consegnato Donato aveva detto che erano andati a rubare del gasolio. Con un calcio uno dei due presunti assassini aveva redarguito l’altro di fronte a Iannicelli Junior invitandolo a stare attento a quanto stava affermando.

 

La loro versione non aveva convinto il ragazzino che voleva andare verso contrada Fiego a vedere cos’era quella colonna di fumo che vedeva da casa, ma i due lo fecero desistere dal proprio intento.  Un teste al termine dell’udienza ha nuovamente ribaltato la versione resa da un vicino di casa le scorse settimane. L’uomo ha infatti affermato di aver visto Ibtissam Touss alla guida della Punto grigia mentre era fermo ad un distributore di carburante. La donna venne poi ritrovata cadavere ore dopo carbonizzata al volante della stessa auto con il compagno cadavere nel bagagliaio e il bimbo sul sedile posteriore. Ancora mistero quindi su chi condusse l’auto sino a contrada Fiego. Un’unica certezza: i tre come emerso dalla testimonianza di una cassiera del Penny Market prima di morire erano andati due volte in un’ora a far spesa al supermercato. Nel frattempo nelle scorse ore il padre ventiseienne del piccolo Cocò, Nicola Campolongo è evaso dai domiciliari, ma è stato nuovamente tratto in arresto dopo essere stato identificato dei carabinieri mentre passeggiava tra le case popolari di Sibari.

 

 

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