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Triplice omicidio di Cassano: Non basta più l’indignazione
Per quanto tempo ancora i fari saranno accessi sul triplice barbaro omicidio di Cassano?
Dopo che la notizia si sarà “consumata”, chi si ricorderà ancora di quella piccola creatura innocente sparata e poi bruciata? Fra qualche giorno ci getteremo alle spalle anche questa tragedia che non è solo della mamma e della famiglia, di quel pezzo di territorio ma, appartiene a tutti. Proprio per questo non deve essere dimenticata, perché questa non può essere la cultura, la storia, l’”appartenenza” del popolo calabrese. Stamattina mi sento di condividere una lettera aperta della Cgil Calabria e comprensoriale che racconta: “Il clima nel quale si è svolto il Consiglio comunale straordinario di Cassano dopo la tragedia che ha colpito anche una donna ed un bambino di tre anni è iniziato con un lungo silenzio, gelido. Si è percepita con mano la solitudine delle istituzioni, delle forze politiche e sociali, dei cittadini, il senso di impotenza nel non essere riusciti a proteggere un bambino è stato ritenuto un fallimento di tutti. Il clima di paura che serpeggia nel territorio, nella Città di Cassano è di quelli che portano alla progressiva rassegnazione, e quando i fari del clamore mediatico del tragico evento si spengono il rischio è che i cittadini avvertano lo sconforto e l’abbandono delle Stato e delle istituzioni. Siamo in presenza di una guerra di ‘ndragheta, ma vi è anche un salto che la criminalità ha effettuato decidendo di uccidere con il fuoco, simbolo di distruzione totale, una donna e bambino di tre anni, una vittima innocente, un orrore mai avvenuto in terra di Calabria”. Da qui l’appello della cgil che naturalmente condividiamo: “Non basta più l’indignazione, pur importante, né le misure per ridurre l’allarme e le preoccupazioni dell’opinione pubblica. Lo Stato intervenga duramente inviando l’esercito, potenziando le forze dell’ordine e “l’area investigativa” e colpendo mandanti ed esecutori di questo atroce delitto ma anche gli “affari e gli interessi economici” criminali”. A questo aggiungiamo l’impegno di ogni forza sana di questa Regione per iniziative concrete: non ci servono proclami di pena di morte come quelli arrivati ieri: pura demagogia, proclami che non affrontano il problema.
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