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Legambiente “boccia” la Calabria per la sicurezza delle scuole

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Legambiente “boccia” la Calabria per la sicurezza delle scuole

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CATANZARO – Edifici vecchi, poco sicuri, in alcuni casi senza permessi e esposti in aree a rischio.

E’ la fotografia dell’emergenza scuole in Italia scattata da Legambiente nel rapporto ‘Ecosistema scuola’, in cui l’associazione dà i voti alla qualità delle strutture, dell’edilizia e dei servizi scolastici. Tra le molte inefficienze però il report – che prende in esame 94 capoluoghi e le scuole dell’infanzia, elementari e medie – segnala anche le buone posizioni di alcune città del nord per la qualità dell’edilizia, come Trento che sale sul gradino più alto del podio, Prato al secondo posto e Piacenza in terza posizione. Rimane indietro il sud. In generale, spiega Legambiente, anche se cresce la sostenibilità e la diffusione di fonti rinnovabili (nel 2012 sono usate nel 13,5% delle scuole) sono “ancora troppi gli edifici vecchi, privi di sicurezza: oltre il 60% delle scuole sono state costruite prima del 1974, il 37,6% ha bisogno di interventi di manutenzione urgente, il 38,4% si trova in aree a rischio sismico, il 40% sono prive del certificato di agibilità, e il 60% non ha il certificato di prevenzione incendi”.

 

In tutto Legambiente ha preso in esame 5.301 edifici scolastici, di questi il 4,8% è stato costruito tra il 2001 e il 2002 e “solo lo 0,6% è stato edificato con criteri di bioedilizia (12 comuni hanno investito in questo settore)”. L’8,8% è stato costruito con criteri antisismici. La verifica di vulnerabilità sismica è stata realizzata “solo sul 27,3% degli edifici”. E “nei comuni che si trovano in area a rischio sismico e idrogeologo” è stata fatta “solo per il 21,1% degli edifici”. Migliorano di poco i dati sull’accessibilità: l’82,3% degli edifici ha i requisiti di legge, il 16,4 % ha realizzato interventi per eliminare le barriere architettoniche. Sul fronte delle certificazioni, rimangano stabili i dati relativi alle porte antipanico (90,2%), agli impianti elettrici a norma (83,4%). Emerge la spaccatura tra nord e sud del Paese sulla qualità de patrimonio edilizio: il primo capoluogo del sud a farsi vivo è L’Aquila (23^), anche se bisogna tener presente il post-sisma del 2009; la prima vera capolista del sud è Lecce (27^).

 

“Ancora oggi non esiste un monitoraggio sistematico dello stato di sicurezza delle scuole italiane – dichiara Vanessa Pallucchi di Legambiente – Per questo chiediamo che venga al più presto realizzata l’anagrafe dell’edilizia scolastica che attendiamo dal 1996, anno dell’entrata in vigore della legge 23 che la istituiva e che venga data la possibilità agli enti locali di operare in deroga al Patto di Stabilità per investire sulla messa in sicurezza”.

 

Legambiente, boccia la sicurezza degli edifici scolastici in Calabria. Dal rapporto annuale Ecosistema Scuola 2013 infatti, sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, i centri calabresi figurano nella parte bassa della graduatoria: Catanzaro 74/ma, Crotone 85/ma e Reggio Calabria 78/ma mentre Cosenza e Vibo Valentia non hanno risposto alla ricerca. In una regione con il 75,5% degli edifici in aree a rischio sismico, sono soltanto il 20% quelli in cui è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. Nessun edificio è stato costruito secondo criteri antisismici e criteri di bioedilizia. Solo il 20,4% degli stabili è in possesso del certificato di collaudo statico e il 5% del certificato di prevenzione incendi. Legambiente ha definito “preoccupante” la situazione di Catanzaro, dove si rileva che “nessun edificio scolastico è in possesso del certificato di agibilità e di certificazione igienico-sanitaria. Crotone e Reggio Calabria, pur dichiarando di aver edifici scolastici in possesso di tali certificati, non hanno fornito indicazioni sul numero.

 

“La questione degli edifici scolastici deve diventare una priorità nell’agenda politica nazionale e regionale – sostiene Salvatore Cozza, del settore Scuola e Formazione di Legambiente Calabria – in primo luogo per tutelare la salute degli studenti, ma anche e soprattutto per migliorare la qualità dell’apprendimento scolastico, che risente fortemente delle carenze strutturali degli impianti e dei servizi”.

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