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Unical, quel “30” sospetto sul libretto della figlia del boss
RENDE (CS) – Le ombre della ‘ndrangheta anche all’Università della Calabria.
Nel mirino l’episodio di un esame “sospetto” sostenuto dalla figlia del boss Rocco Aquino, di Marina di Gioiosa Jonica, scoperto dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria, e in realtà mai effettuato. La vicenda – secondo quanto riportato oggi su Gazzetta del Sud – si inserisce nel contesto delle indagini avviate dalla Dda di Reggio Calabria lo scorso anno, sull’attività della cosca di Marina di Gioiosa. In realtà sarebbe spuntata un’intercettazione risalente al 2007; una telefonata in cui si parlava di un docente dell’Università della Calabria, Franco Rubino, già preside della facoltà di Economia ed ex assessore del comune di Rende. La conversazione era tra l’ex assessore reggino Rocco Agrippo e un’altra persona, tale Gaetano. Il discorso era legato ad un esame della figlia di Rocco Aquno che doveva essere garantito. Proprio questo Gaetano avrebbe agito da intermediario in quanto il professore Rubino non avrebbe mai avuto contatti diretti con gli appartenenti al clan. Per la ragazza dunque, era pronto un “trenta” sul libretto senza sostenere alcun esame, firmato dagli assistenti. E così è stato. Il 15 maggio 2007 la ragazza chiama suo padre e gli comunica l’ottimo esito del suo esame. E’ stato pertanto interrogato l’assistente del prof. Rubino, Maurizio Riya che però ha negato ogni addebito. La giovane Valentina Aquino invece, sentita dagli inquirenti, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
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