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Statale 660 per Acri: La provincia persevera

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Statale 660 per Acri: La provincia persevera

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“Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Probabilmente la Provincia di Cosenza, ormai calatasi nel “Giallo” ed anche nel “Diabolik”, non si accontenta più solo di sbagliare ma persevera.

E’ la triste storia della strada 660 che collega Acri al “resto del Mondo”. Da anni innumerevoli la frana, con lavori che procedono e procedevano a rilento, progetti fatti e rifatti, è una strada che rimane abbellita solo da asfalto. Ora si dovrebbe essere ad una svolta. Con ordinanza firmata dal dirigente del settore viabilità della Provincia, si chiude questa importante arteria senza darne preventiva ed opportuna informazione. Inquisita non è solo la Provincia ma, in concorso Anas e comune di Acri. Così, sventurati pendolari si trovano di fronte al cartello strada chiusa, ed “invitati” ad un giro assurdo su una strada che, definirla mulattiera, è solo un complimento. Ma, fin qui automobilisti, studenti ed utenti di quella strada avevano ingoiato. Ma, non è bastato. Stamattina, quella ordinanza nota solo al cassetto del dirigente che l’ha firmata, prevedeva la riapertura della strada fino a domenica per poi essere richiusa dall’11 al 18 novembre. Ed ecco, al danno la beffa. Stamani infermieri e medici che si recano in ospedale, utenza ospedaliera, impiegati delle poste, dell’ufficio del registro e delle entrate ecc.., sapendo che la strada era aperta sono partiti tenendo conto dell’orario di percorrenza della strada normale ed invece si sono trovati di fronte al muro della chiusura anche stamani: oltre al cartello un povero operaio che li invitava a percorrere la mulattiera. Monta quindi la protesta e le “ingiurie colpiscono” quel poveretto immortalato che altro non riesce a dire se non “questa è l’Italia”. Certo, questa è sicuramente quell’Italia fatta anche della Provincia di Cosenza, dall’Anas e dal comune di Acri, quella parte d’Italia che non funziona.

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