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Minacciano testimone di giustizia per fargli ritrattare le accuse contro il boss

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Minacciano testimone di giustizia per fargli ritrattare le accuse contro il boss

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VIBO VALENTIA – Le accuse a vario titolo contestate agli indagati sono tentata estorsione, rapina e lesioni, tutti aggravati dalla metodologia mafiosa, a carico di un imprenditore di Vibo Valentia.

Alcuni arrestati, inoltre, sono accusati di aver anche costretto il testimone di giustizia, Vincenzo Ceravolo che aveva fatto condannare esponenti di spicco della cosca Mancuso di Limbadi (Vv) a ritrattare le accuse in una fase successiva del processo. Ceravolo, imprenditore vibonese leader nell’export del tonno fresco del Mediterraneo, è sotto protezione dal 28 maggio del 2003 dopo che denunciò un boss della cosca Mancuso che, insieme ad un suo affiliato, fu processato e condannato per estorsione aggravata dalle modalità mafiose. La condanna fu confermata in appello nel 2004 ma poi la Cassazione, per una questione tecnica, annullò la sentenza disponendo un nuovo processo che però non è stato ancora celebrato. E proprio in questo periodo si sarebbero verificate le minacce e le intimidazioni. L’imprenditore, nel corso degli anni, ha denunciato di avere subito danneggiamenti per circa 20 milioni di euro. Nel corso dell’inchiesta, gli investigatori hanno anche portato alla luce un tentativo di estorsione ai danni di un altro imprenditore del vibonese evidenziando un legame tra personaggi legati alla criminalità di Gioia Tauro (Rc) e quelli di Vibo.

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