Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Rifugi o lager? Gli animali che non hanno voce vittime dell’indifferenza

Archivio Storico News

Rifugi o lager? Gli animali che non hanno voce vittime dell’indifferenza

Pubblicato

il

RENDE (CS) – Da Paola a Rende e ora Bisignano.

Parliamo di animali sì, come se questi non avessero il diritto di essere difesi, perché non hanno “voce” per denunciare le condizioni in cui sono spesso costretti a vivere. Nelle ultime settimane, abbiamo assistito alla scoperta di detenzione “disumana” di cani, cavalli, papere…. In primo luogo il canile lager scoperto a Paola, sul tirreno cosentino. Cani ridotti alle ossa, feriti, detenuti in gabbie sporche e dunque in pessime condizioni igienico- sanitarie. Il risultato è stato il sequestro di 109 cagnolini affidati all’Asp.

 

Poi il Parco Robinson di Rende, dove vivono cavalli, caprette e anatre, in condizioni oscene. Acqua sporca, cibo da condividere con i “ratti”, cavalli ai quali si vedono le costole. Dopo le numerose segnalazioni e proteste da parte delle associazioni animaliste, e dopo l’intervento di alcune mamme che hanno notato la tragica situazione portando i loro figli in quello che loro stesse hanno denominato il “giardino degli orrori”, solo un rimbalzo di responsabilità: “Se ne deve occupare il Comune, i gestori del Parco, l’Asp…” e il risultato è che alla fine nessuno si prende le sue responsabilità e si mette in moto per dare a questi animali un luogo dignitoso in cui vivere, un luogo nel quale possono essere nutriti e curati.

 

Non ultimo infine, il caso “tormentato” del Parco Misasia di Bisignano, dapprima un’oasi, un rifugio ideale per gli animali. Oggi quegli animali non possono parlare, ma alcuni di loro sono semplicemente… morti. La storia del parco faunistico di contrada Campovile a Bisignano risale alla fine del mese di settembre. I due proprietari del Parco, sono una coppia, marito e moglie che per anni hanno portato avanti un’attività lodevole. A fine settembre però iniziano i guai: la moglie ha denunciato il marito per violenze nei suoi confronti e maltrattamenti e l’uomo è stato arrestato. Dopo qualche giorno la donna, ha notificato ai carabinieri un certificato medico nel quale attestava di non potere più occuparsi degli “abitanti” del parco. Ed è proprio da qui che inizia il “balzello” istituzionale delle competenze tra l’Asp e il Comune. Nel frattempo i carabinieri hanno informato la Procura della situazione ma ancora si è in attesa delle determinazioni dei magistrati. Il problema è che i giorni passano e gli animali muoiono, probabilmente di fame o di stenti, ma non di malattie, almeno secondo quanto dichiarato dall’Asp. In alcuni casi sono stati gli stessi carabinieri che in più occasioni hanno portato da mangiare ai poveri sventurati, ma è certo che la situazione non può andare avanti così. Qualcuno deve occuparsi degli animali del parco, perché già cinque di questi sono stati trovati senza vita…Un gatto persiano, un cincillà, uno smergo cuculato e un cane di razza danese con mantello arlecchino…Che colpa hanno loro, perchè devono pagare con la loro vita le “incompetenze” di altri? E mentre Il Comune e l’Asp litigano, la vita per gli animali del Parco Faunistico Misasia è in pericolo.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA