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Provincia, Di Nardo non ci sta: è un golpe sudamericano
L’ex vicepresidente attacca: contro di me è stato commesso un abuso d’ufficio
COSENZA – Di solito pacato e severo, Lino Di Nardo, un passato (ma anche un presente) nella destra, non è mai andato sopra le righe. Ma, evidentemente, la nomina di Graziano di Natale alla presidenza della Provincia, evidentemente non gli è andata giù. Ed ecco che, perso il self control, va alla carica: “Quello che è avvenuto in provincia è un golpe che usurpa chi è titolato dalla legge, questo golpe è stato avallato dal segretario generale dell’ente e suggerito da forze oscure a livello istituzionale, che è poi quel che capita da quarant’anni in qua nei paesi dell’America Latina”.

Lino Di Nardo
Qual è il problema? Di Nardo prende atto della sentenza che ha dichiarato decaduto Mario Occhiuto, ma ne trae, almeno per sé, conseguenze diverse: “Questa sentenza (che a mio avviso sarà ribaltata dal Consiglio di Stato) rafforza ciò che è scritto al comma 78, art 1 della legge 56 del 2014 e cioè che il consigliere provinciale decaduto che risulti essere eletto alla prima consultazione utile ha diritto a riavere il suo posto”. In questo caso, va da sé, secondo l’interpretazione di Di Nardo, il termine “posto” include anche il “ruolo”.

Francesco Giuseppe Bruno
Già: “Se il Tar ha detto che la nomina di Franco Bruno non poteva essere effettuata da Occhiuto ( cosa che non condivido affatto ma che accetto ) non vi può essere dubbio sul fatto che il sottoscritto debba essere considerato vicepresidente”, perciò “Quel verbale è gravissimo e configura un abuso di ufficio : lo impugnerò d’urgenza”.

Mario Occhiuto
Non manca l’accusa politica, rivolta alla “protervia di una parte del Pd che vuole prendersi con le carte bollate ciò che l’elettorato ha assegnato democraticamente ad altri e lo fa dopo avere abbandonato a loro stessi i sindaci della Provincia di Cosenza, tutti, nessuno escluso”.

Graziano Di Natale
Ma potrebbe esserci dell’altro e di peggio: “La paventata rimozione dei dirigenti esterni”, cioè lo “spoil” che Di Natale potrebbe attuare, rimuovendo quelli nominati da Occhiuto. In questo caso, visto che, secondo la normativa, i dirigenti esterni dovrebbero restare in carica fino al dicembre 2017, se il neopresidente li rimuovesse, “ne risponderà al Consiglio di Stato”. Quando è guerra è guerra, fa capire Di Nardo. E di solito quelli pacati come lui le guerre le dichiarano per combatterle.
m. m.

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