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Vibo: fallisce società che si occupa di rifiuti, 13 indagati
VIBO VALENTIA – Concorso in bancarotta fraudolenta commessa nell’ambito della gestione della società “Prosperina”, a capitale misto operante nella raccolta dei rifiuti.
Questa l’ipotesi di reato che ha portato all’esecuzione questa mattina, di un decreto di sequestro preventivo di beni mobili per un valore di un milione e mezzo di euro ed alla notifica di un avviso di conclusione indagini nei confronti di 13 indagati, con incarichi societari nella “Proserpina spa”, dichiarata fallita il 16 luglio 2010. Il passivo fallimentare che ha portato al dissesto della società a capitale misto pubblico-privato, addetta alla raccolta dei rifiuti in 50 Comuni del Vibonese, ammonta a quasi 10 milioni di euro. Tra gli indagati, per bancarotta fraudolenta, l’avvocato Giovanni Vecchio, 54 anni, di Tropea (Vv), in qualita’ di liquidatore della società, dal 24 giugno 2008 alla data del fallimento, e anche Natalina Cricelli, 73 anni, socia privata di maggioranza della “Proserpina”.
Gli inquirenti hanno scoperto dunque l’illegittima e fraudolenta appostazione in bilancio delle voci, con una differenza iniziale di circa 800mila euro, che avrebbe sensibilmente alterato sia l’ammontare del patrimonio netto che il risultato d’esercizio a partire dal bilancio 2004 sino alla data del fallimento nel 2010. Secondo le indagini, l’organo amministrativo avrebbe falsificato i bilanci della “Proserpina”, evidenziando un patrimonio netto positivo (o comunque superiore a quello reale) al fine di evitare l’adozione di provvedimenti di ricapitalizzazione o liquidazione della società, che, al contrario, ha proseguito indisturbata la propria attivita’ ottenendo addirittura finanziamenti pubblici da parte del Commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria. Parte di questi finanziamenti sarebbe finita in mano a società che hanno preso in subappalto dalla “Proserpina” alcuni servizi; societa’ a loro volta costituite dagli stessi soci privati della “Proserpina”.
L’operazione denominata “Persefone” ha anche portato al sequestro preventivo dei beni della ditta Cricelli (10 automezzi), sottratti all’attivo fallimentare della Proserpina i cui soci della Proserpina ne avrebbero chiesto ed ottenuto la disponibilita’ a soddisfazione dei crediti vantati quali titolari di aziende subappaltatrici. In particolare, secondo il gip, appare “evidente l’aver voluto favorire un solo creditore, la ditta Cricelli, a cui e’ stato sostanzialmente assicurato il soddisfacimento in esclusiva del proprio credito chirografario sui beni aggrediti, in violazione del principio della par condicio creditorum, pregiudicando fortemente l’Ufficio commissariale per l’emergenza ambientale in Calabria ed il ceto creditoriale, atteso il depauperamento dell’attivo patrimoniale e l’allargamento del deficit fallimentare”. Per il pm Alessandro Pesce la “forza dell’intera inchiesta e’ tutta nelle carte, rilette minuziosamente per portare alla luce tutti i reati oggi contestati”.
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