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Traffico d’armi in taxi a Cosenza, sei persone in manette (LE FOTO DEGLI ARRESTATI)
COSENZA – Si sarebbero macchiati di ‘gravissimi reati’ grazie all’uso di numerose armi.
Questo quanto affermano i militari che all’alba di stamane hanno fatto irruzione in alcune abitazioni arrestando sei persone accusate a vario titolo di estorsione e traffico d’armi da fuoco. L’attività investigativa, iniziata a Marzo, ha portato al sequestro di una vera e propria Santa Barbara stipata nel cuore di Cosenza. L’operazione pare abbia portato alla luce un businness del racket legato alla commercializzazione clandestina e agli ‘scambi’ di fucili e revolver e di armi con specifiche caratteristiche. Dei gioiellini, per intenderci. Da quanto emerso sinora gli arrestati pare siano dei cani sciolti senza alcun legame accertato con la criminalità organizzata bruzia. L’operazione denominata ‘Easy Money’ ha permesso di delineare attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali la fitta rete di traffici d’armi del cosentino che pare fosse abilmente gestita da questo piccolo ‘club’ di venditori di sangue. Gli inquirenti infatti data la presenza di alcuni particolari dispositivi, come silenziatori e mirini di precisione, ipotizzano che gli arrestati fornissero o utilizzassero le armi da fuoco per commettere reati definiti ‘gravissimi’. L’arsenale però pare non sia stato smantellato, l’imponente attività di ‘spaccio’ di armi da fuoco emersa dalle intercettazioni non potrebbe essere giustificata solo dalle armi requisite, ma pare che il ‘club’ in odor di perquisizione avrebbe provveduto a trasferire la maggior parte delle armi in un luogo più sicuro ancora non identificato dai militari. I carabinieri inoltre, ad oggi, non sono riusciti a risalire ai ‘clienti’ del ‘club’. Anche le azioni estorsive restano ancora celate nell’ombra. Attualmente a carico degli arrestati risulta un solo un episodio, denunciato dalla vittima che avrebbe narrato di essere stato sollecitato al pagamento di un debito di circa 1.700 euro, poi lievitato a 2.700, con violenti atti intimidatori. In particolare pare che l’agente di commercio tenuto sotto scacco dal ‘club’ abbia raccontato di essere stato aggredito presso la stazione di Cosenza dove i suoi ‘creditori’ per imporgli il pagamento gli abbiano mostrato l’ascia che conservavano nel bagagliaio allo scopo di terrorizzare la vittima ed indurla al saldo del debito. La colonna portante della rete di smistamento di armi da fuoco nel cosentino pare fosse Antonio Dodaro che nello svolgimento della propria attività di tassista era solito consegnare e prelevare revolver e fucili. Sulla maggior parte delle armi sequestrate non è presente il numero di matricola o appare abraso. La vicenda, precisano gli inquirenti non è da collegarsi all’arresto avvenuto nei mesi scorsi del ventenne incensurato che conservava a casa della fidanzata kalasnikov e rivoltelle.
I nomi degli arrestati, partendo da sinistra:
– Antonio Belsito, di Bisignano, classe 1961, pregiudicato, tradotto in carcere;
– Gianfranco Bruzzese, di Cosenza, classe 1968, pregiudicato, sottoposro agli arresti domiciliari;
– Antonio Dodaro, di Cosenza, classe 1965, incensurato, tradotto in carcere;
– Eugenio Iannotti, di Lattarico, classe 1965, pregiudicato, sottoposto agli arresti domiciliari;
– Luigi Imperatore, di Mendicino, classe 1990, pregiudicato, sottoposto ad obbligo di dimora;
– Pasquale Imperatore, di Mendicino, classe 1971, pregiudicato, sottoposto agli arresti domiciliari.
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