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Inoki canta a Cosenza per sostenere i militanti denunciati il 15 Ottobre

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Inoki canta a Cosenza per sostenere i militanti denunciati il 15 Ottobre

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COSENZA – Musica e lotta nell’area delle ex officine ferroviarie di via Popilia.

Stasera, venerdì 20 Settembre a partire dalle 22:00 presso l’Auditorium Popolare, al lato del CPOA RIalzo serata benefit per sostenere le spese legali del processo seguito alla mobilitazione di precari e studenti del 15 Ottobre 2011 a Roma. Sul palco si alterneranno Inoki, i Mujina Crew, i One Drop Fellas, dj Kerò, Libberà, Shoki e Futre. “L’incasso – si legge in una nota divulgata dagli organizzatori – sarà destinato interamente per le spese legali del processo ai compagni che sono stati colpiti in città dalla repressione dopo quella importante giornata di lotta. Il 15 Ottobre 2011, come a Genova nel 2001, eravamo 300.000 a gridare per le strade di Roma la nostra rabbia contro le politiche di austerità, un grido che voleva risvegliare le coscienze di una Italia ancora assopita di fronte alla crisi economica provocata dalle grandi lobby e fatta pagare in maniera pesantissima, per intero, alla popolazione. Una manifestazione che non poteva essere incastonata nelle logiche del corteo-sfilata. Le tante iniziative prodotte sin dall’inizio della manifestazione, infatti, hanno voluto segnalare simboli e responsabili della crisi, indicando nella riappropriazione diretta l’unica possibilità di porre le nostre vite “contro e fuori” dalle politiche di saccheggio ed austerità che stiamo subendo. Come tutti e tutte sappiamo, non si è fatto attendere l’intervento dei tutori dell’ordine, che hanno tentato di stroncare sul nascere la combattività di una manifestazione e di un possibile movimento attraverso una gestione di piazza letteralmente criminale, con caroselli di blindati lanciati a tutta velocità, utilizzo di lacrimogeni e idranti, cariche che hanno tentato di sgomberare piazza San Giovanni. La resistenza della piazza, però, è stata forte, partecipata e determinata, nutrita da una rabbia covata nella quotidianità per le condizioni di ingiustizia, sfruttamento, saccheggio dei territori che ci vengono consegnate ed imposte. Una resistenza ed una rabbia che rivendichiamo non solo come giuste ma anche come necessarie allo sviluppo di un processo di trasformazione radicale dell’esistente che ci porti a liberare le nostre vite dallo sfruttamento e dalle gabbie del capitalismo. In quella giornata e nei mesi successivi si sono susseguiti arresti e processi, con condanne pesantissime. Oggi è arrivata a chiusura l’indagine che coinvolge 25 ragazzi accusati del reato di devastazione e saccheggio. Un nuovo processo sta così per cominciare. Si, perché ancora una volta proprio come a Genova 2001 lo Stato e i suoi magistrati hanno “tirato fuori dal cilindro” questo reato per affibbiare condanne pesantissime, un monito a chiunque pensi e provi a mettere il proprio corpo e le propria esistenza in gioco, partecipando a un processo di conflitto e di cambiamento. Una drammatica beffa visto che quel giorno, come altre mille e mille volte eravamo scesi in piazza proprio contro chi devasta e saccheggia quotidianamente le nostre vite. Nessuno rimanga solo, nessuno rimanga indietro. La solidarietà è un arma, usiamola!”. 


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