Referendum costituzionale 2016: cosa pensano i cosentini? Vige la disinformazione

Intervistando i cosentini, la maggioranza è totalmente disinformata sull’argomento ‘Riforma costituzionale’. Dichiarano, perciò, di volersi astenere al voto

COSENZA – Referendum costituzionale 2016: “Voto si o voto no? Non voto proprio!” Questa la risposta – purtroppo – che la stragrande maggioranza dei cosentini ha dato. La motivazione sta nel fatto che, la maggior parte dei cittadini, giovani e non, tratta il tema con superficialità o non ne è del tutto a conoscenza.

Abbiamo fatto un giro per le strade di Cosenza, nel tentativo di capire cosa pensano gli abitanti di questo referendum costituzionale e cosa voterebbero. Vige la disinformazione, questo il risultato. La maggioranza non sa neanche cosa sia il referendum e perciò dichiara di volersi astenere al voto. Al secondo posto si piazza il “si”, per ultimo il “no”. (Su un campione di quasi 70 persone intervistate).

boschi_renziA tal proposito vogliamo rammentare a tutti, almeno agli italiani che non hanno ancora preso posizione in vista del prossimo referendum, perchè sia importante votare e cos’è e a cosa serva tale referendum. Tutti noi saremo chiamati alle urne il prossimo 4 dicembre 2016 sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi, ovvero la proposta di riforma della Costituzione della Repubblica Italiana.

La scheda su cui voteremo avrà il seguente testo: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 15 aprile 2016?”

Ovviamente tutto ciò sembra arabo, cercheremo di spiegarne i punti salienti. Partiamo dal Senato che, a Cosenza, pare sia l’unica cosa ad interessare (specifichiamo, perciò, ai cittadini, che non si andrebbe a fare una riforma unicamente incentrata sul Senato).

COME CAMBIEREBBE IL SENATO:

_Continuerebbe a chiamarsi Senato della Repubblica, ma composto da 95 membri eletti dai Consigli Regionali (21 sindaci e 74 senatori-consiglieri), più cinque nominati dal Capo dello Stato, che resterebbero in carica per 7 anni. Pieno potere di decisione legislativa su riforme e leggi costituzionali. Sparirebbe dunque il passaggio dal Parlamento. Se il Senato chiederebbe alla Camera di modificare una legge, l’assemblea di Montecitorio potrebbe modificare la richiesta solo a maggioranza assoluta.

LA CAMERA:

_La Camera dei deputati rimarrebbe quindi l’unico organo ad esercitare la funzione di indirizzo politico e di controllo sull’operato del Governo, verso il quale resterebbe titolare del rapporto di fiducia. I deputati resterebbero sempre 630 e continuerebbero ad essere eletti a suffragio universale, come oggi.

STOP AL BICAMERALISMO:

_Stop al sistema che prevede due camere con identici poteri. La riforma costituzionale porrebbe fine al bicameralismo paritario, promuovendo la Camera dei Deputati come unica assemblea legislativa con il potere di votare la fiducia al governo.

CORTE COSTITUZIONALE:

_Dei 15 giudici costituzionali, 3 sarebbero eletti dalla Camera, 2 dal senato.

IMMUNITA’ PER I NUOVI SENATORI:

_I nuovi Senatori godrebbero delle stesse tutele dei deputati. Senza l’autorizzazione del Senato non potrebbero essere sottoposti ad intercettazioni o essere arrestati.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: NUOVE MODALITA’ D’ELEZIONE:

_Il capo dello Stato sarebbe eletto dai 630 deputati e dai 100 senatori; per i primi tre scrutini sarebbero necessari i due terzi dei componenti, poi dalla quarta votazione si scende ai tre quinti, mentre dal settimo basterebbe la maggioranza dei tre quinti dei votanti. Verrebbe modificata la platea degli elettori e il quorum. Altra novità sarebbe il PRESIDENTE SUPPLENTE: la seconda carica dello Stato sarebbe il Presidente della Camera e non più del Senato.

la-costituzione-italiana-850x466ABOLITE LE PROVINCE E CNL:

_Le 110 Province italiane verrebbero abolite, quindi totalmente cancellate dalla Carta; stesso discorso per il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, con la nomina di un commissario straordinario a cui verrebbe affidata la liquidazione e la ricollocazione del personale presso la Corte dei Conti.

CAMBIANO I REFERENDUM POPOLARI:

_Resterebbe la soglia delle 500mila firme per presentare un quesito referendario, se richiesto da almeno 800mila firmatari, tuttavia, il quorum per la validità del referendum verrebbe fissato alla maggioranza dei votanti alle elezioni politiche precedenti, dunque si abbasserebbe. Per renderlo valido, in concreto, basterebbe la metà dei votanti dell’ultima tornata elettorale.

E ancora si parla di soppressione dell’elenco delle materie di legislazione concorrente fra Stato e Regioni; procedimento legislativo; uso della decretazione d’urgenza e tanti altri punti. In concreto si metterebbe mano all’intera Costituzione e alle decisioni passate dei cittadini stessi.

Abbiamo usato il condizionale, per ogni punto, perchè il tutto verrà deciso grazie ai cittadini stessi il 4 dicembre; ognuno di noi ha la libertà e capacità di scegliere il proprio voto ed è importante farlo. Anche se, stavolta non è richiesto il quorum (quindi l’astensione non invaliderà la consultazione elettorale); ricordiamo ai cosentini che c’è in gioco il nostro futuro, non soltanto quello di politici e alte cariche. Si parla di storia e principi inviolabili della nostra Costituzione, non dimentichiamolo. Ognuno, ovviamente, opterà per la scelta che ritiene più giusta e appropriata.

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