Illustrato il programma della tre giorni di festa organizzata in occasione dell’evento.
ROSSANO (CS) – Arriverà sabato 2 luglio a Rossano il Codex Purpureus Rossanensis, l’antico evangeliario greco, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità, il cui restauro è stato ultimato nei giorni scorsi a Roma. L’annuncio è stato dato oggi nella sede diocesana dall’arcivescovo mons. Giuseppe Satriano che ha illustrato anche il programma della tre giorni di festa organizzata in occasione dell’evento in collaborazione con imprenditori, associazioni e i privati per accogliere il Codex e mostrarlo alla città.
A partire da lunedì sarà possibile visitare una mostra di quadri e tele che rappresentano il Codex che non c’è, ossia raffigurano scene dei Vangeli di Luca e Giovanni che mancano nell’evangeliario rossanese. Seguirà giorno il primo luglio la presentazione in anteprima del nuovo Museo Diocesano e del Codex custodito nell’apposita teca. Nell’occasione interverrà Vittorio Sgarbi. Nello stesso giorno in Cattedrale previste parentesi dedicate alla musica sacra assieme all’esposizione di miniature sul Codex. Sabato 2 luglio, nel cuore del centro storico della città ci sarà l’accoglienza del Codex, mostrato in copia, con momenti di musica e spettacolo a cura di Umberto Broccoli e Patrizia Cavalieri.
“L’arrivo del Codice a Rossano – ha detto Broccoli qualche giorno addietro a margine della sua visita in città – è paragonabile a quando si tolsero i ponteggi alla Cappella Sistina a Roma e si vide Michelangelo Buonarroti nella sua interezza. Il Codex è la Cappella Sistina ed il Colosseo per i rossanesi”. La ‘tre giorni’ sul tema ‘Una città nella gioia, una Diocesi in festa’ si concluderà il 3 luglio, presente il sottosegretario ai beni culturali Dorina Bianchi, con l’inaugurazione del Museo Diocesano e del Codex, che sarà possibile visitare gratuitamente. “Sta risorgendo una comunità di uomini e donne -ha detto monsignor Satriano – che sta producendo benessere non in termini economici ma inteso come crescita spirituale dunque bene dell’essere. Questo è il frutto maturo di un albero che è cresciuto bene. Pensiamo a tutto l’iter per arrivare al riconoscimento Unesco e a quante persone vi hanno lavorato negli anni”.