Charlie Cobb, a causa di una rara cardiopatia congenita, poche ore dopo la nascita, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico a cuore aperto.
Prima dell’intervento i chirurghi hanno avvertito i genitori che avrebbe potuto non farcela.
Dopo la prima operazione il bimbo ha avuto un attacco di cuore, sottoposto successivamente ad altri due interventi è stato ricoverato innumerevoli volte per combattere le infezioni.
Ma da quando la giovane mamma Louise Bushby, lo ha portato in piscina per la prima volta, il bimbo che aveva nove mesi ha cominciato a fare grandi progressi. “Sembra proprio migliorare a vista d’occhio quando è in acqua e i suoi progressi si sono visti fin dal primo giorno. Non sono un medico, ma io vedo che la piscina lo aiuta così tanto per il suo recupero che ci vado ogni settimana. Quando siamo in giro resta facilmente senza fiato – ma non in piscina. L’acqua gli dà il supporto necessario e lo rende più forte. Non sono una cardiologa, ma l’acqua gli ha fatto fare un enorme passo avanti nella giusta direzione. I suoi cardiologi non possono credere quanto bene gli stia facendo, e molto spesso, quando lo portiamo per le visite, le infermiere non credono che in realtà ha la condizione che ha“.
Mamma Louise e papà Dan Cobb, avevano scoperto alla ventesima settimana di gravidanza che il bimbo che la donna portava in grembo aveva la sindrome del cuore ipoplasico (il ventricolo sinistro del cuore non pompa sangue).
A quel punto i medici chiesero alla coppia di prendere una decisione: se continuare o meno la gravidanza.
Nonostante al piccolo fosse stata data solo un 50% di possibilità di sopravvivenza decisero di volerlo tenere lo stesso.
Il piccolo Charlie è stato sottoposto alla sua prima operazione di chirurgia a cuore aperto quando aveva un giorno di vita, e ha recuperato molto bene.
Un’ora prima di essere dimesso, il piccolo ha avuto un arresto cardiaco mentre era in braccio a sua madre ed è stato ricoverato in terapia intensiva. La mamma racconta: “I medici non pensavano che Charlie si risvegliasse dopo l’arresto cardiaco ed è stato ricoverato in terapia intensiva per tre settimane prima che ci permettessero di portarlo a casa. Lui avrà sempre la metà del cuore, ma pare stare così bene ora che ha 17 mesi, cammina e chiacchiera. E naturalmente va a nuoto”