Venezia, a pochi passi l’Olimpo del cinema stretto nella luccicante Laguna vestita con l’abito festivaliero più glamour e poi, a un soffio, nel Palazzo Ducale, altri applausi, un’altra sfumatura di commozione.
Carmine Abate ha vinto il Campiello, uno dei premi letterari più prestigiosi, col suo romanzo “La collina del vento” (Mondadori editore) ambientato nella sua Calabria. Dopo ventiquattr’ore dalla sua proclamazione confessa di aver guardato il suo cellulare illuminarsi interrottamente. «Non riesco quasi a stare dietro a tutte le telefonate». C’è la stanchezza leggera delle vittorie, del day after che porta in dote l’impronta dei ricordi freschissimi da ripercorrere nella memoria ancora e ancora. Non si sarebbe mai aspettato una votazione che l’ha portato a 40 voti di distacco dalla seconda classificata.