In scena “Pinocchio”, scritto da Saverio Marconi e Pierluigi Ronchetti, con le musiche di Dodi Battaglia, Red Canzian e Roby Facchinetti e liriche di Stefano D’Orazio e Valerio Negrini.
COSENZA – Ispirato al romanzo di Collodi – è stato accolto dalla stampa, sin dal debutto nel 2003, con recensioni lusinghiere come “La più grande produzione italiana di sempre”. Uno spettacolo che sintetizza la cultura, la creatività e l’identità italiana. Il successo dello spettacolo firmato Saverio Marconi, in questi anni è andato ben oltre le centinaia e centinaia di repliche in tutta Italia, i 500.000 spettatori e le tournèe internazionali in Corea (2009) e a New York (2010), che hanno accolto con entusiasmo la versione musical di una delle storie italiane più conosciute all’estero e tradotta in 240 lingue.
“Pinocchio” che andrà in scena al Rendano Martedì 24 e Mercoledì 25 Novembre alle 20.30 è uno spettacolo adatto a tutta la famiglia: un musical che diverte e commuove, sorprende con grandiosi effetti speciali, con canzoni e coreografie che restano nel cuore degli spettatori. Il musical è un esempio trascinante di family entertainment per bambini e adulti che si lasceranno incantare dalla poesia del teatrino di Mangiafuoco, dalle gag di Gatto e Volpe, dalla magia di Turchina che moltiplica Pinocchio nella scena degli specchi e dal ritmo esplosivo del paese dei Balocchi, e poi, ancora, il circo e una memorabile scena in fondo al mare, fino al toccante finale. Spettacolari cambi scena, coloratissimi costumi e un grande cast danno vita a oltre due ore di spettacolo dal ritmo travolgente, affrontando problematiche sempre attuali, come la diversità, la famiglia, il rapporto genitori-figli, l’amicizia, accompagnando il burattino più famoso nell’impegnativo “viaggio” verso la crescita.
Lunedì 7 dicembre e Martedì 8 dicembre, il cartellone continua. Sarà la volta della commedia napoletana per eccellenza con “Miseria e Nobiltà”. A distanza di novanta anni dalla scomparsa dell’autore Eduardo, suo nipote Luigi De Filippo mette in scena un classico del grande repertorio comico napoletano, il dramma grottesco della miseria e il sussiego della ricchezza nella Napoli di fine Ottocento. Resta indimenticabile anche l’interpretazione cinematografica, nel 1954, di Totò e Sophia Loren.