Presidio presso la Prefettura di Cosenza, in Piazza II Settembre, domani dalle 11,00 alle 13,00, in una giornata di mobilitazione nazionale.
COSENZA – ”La crisi economica in questi anni – si legge in una nota – ha colpito duramente anche i cittadini stranieri. Oltre a questo dramma, che accomuna tutti i lavoratori, gli immigrati vedono però messa in discussione anche la loro permanenza regolare in Italia: se perdono il lavoro, infatti, rischiano di perdere anche il permesso di soggiorno. In occasione di una giornata di mobilitazione indetta a livello nazionale, Cgil, Cisl e Uil di Cosenza hanno quindi organizzato un presidio di fronte alla Prefettura di Cosenza.
L’iniziativa è finalizzata a sostenere alcune richieste da fare al Governo quali:
• la proroga a due anni della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione;
• sanare le posizioni dei migranti che hanno già perso il permesso di soggiorno;
• mettere in campo una lotta seria ed efficace per contrastare il lavoro nero;
• dare indicazioni univoche alle Questure affinchè il permesso di soggiorno venga rinnovato correttamente e in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale.
Prima perdono il lavoro. Poi perdono il diritto di vivere in Italia. La crisi economica non crea solo disoccupati, ma anche immigrati irregolari, a causa di norme inadeguate, ignoranti o sorde – continua la nota- rispetto allo tsunami che si è abbattuto sull’occupazione, e pure a causa di prassi ingiustamente e arbitrariamente restrittive di molte questure. Alla radice di tutto c’è l’impianto della legge sull’immigrazione, che lega indissolubilmente il permesso di soggiorno al contratto di lavoro. Un immigrato che perde il posto ha diritto a un permesso per attesa occupazione della durata di “almeno un anno”, norma che però è stata finora ampliamene applicata come se dicesse “al massimo un anno”. Scaduto quello, se non c’è un nuovo contratto, se ne deve andare. Ora che il tasso di disoccupazione tra gli stranieri ha raggiunto il 17%, questa regola si è trasformata in una mattanza. Basti pensare che tra il 2014 e il 2015 ben 300 mila permessi di soggiorno non sono stati rinnovati: si stima che 100 mila immigrati se ne siano andati, ma altri 200 mila sono rimasti qui, senza un documento, obbligati a vivere e a lavorare in nero. È su queste basi che parte la mobilitazione nazionale promossa per il 28 giugno da Cgil, Cisl e Uil, con presidi davanti a tutte le prefetture italiane”.