Cosenza, la prima deposizione del neocollaboratore del clan Rango – Zingari

Per circa due ore Franco Bruzzese ha reso dichiarazioni in merito alle dinamiche interne alla cosca.

 

COSENZA – Esordio da ‘pentito’ per il presunto boss del clan Rango – Zingari. Franco Bruzzese stamattina è stato ascoltato in veste di testimone nell’udienza del processo Tela del Ragno in corso di dibattimento presso il Tribunale di Cosenza. Il quarantanovenne che non è mai stato indagato o imputato in questo procedimento ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste. Da dietro il paravento ha raccontato la propria versione in merito al sodalizio nato tra la cosca Bruni e il clan degli Zingari. Un’unione che il neocollaboratore non avrebbe accolto di buon grado in quanto “è una famiglia sfortunata – ha affermato – che all’epoca aveva problemi con i gruppi di Lanzino (che aveva ucciso il padre Franco) e Cicero. Io con loro invece volevo la pace, eravamo in buoni rapporti, mi facevo prestare anche le armi”. Franco Bruzzese, attualmente ristretto in isolamento in un carcere di una località protetta, è stato assolto con sentenza definitiva dal reato di associazione per delinquere nel processo Telesis, condannato per il tentato omicidio di Vincenzo Bevilacqua e ancora in giudizio per l’omicidio Bruni di cui è accusato di essere il mandante. Fratello di Giovanni Abbruzzese, il boss del clan Rango – Zingari ha esordito raccontando la sua genesi criminale e precisando il motivo dell’uccisione di Luca Bruni. Una morte, quella dell’ultimo reggente dei ‘Bella – Bella’ legata ad un’intercettazione. “Un fascicolo – ha rivelato Bruzzese – che mi ha dato Carlo Lamanna in una busta con l’intestazione dello studio legale Manna. All’interno era trascritta la conversazione captata nel carcere di Lecce in cui Luca confessare al fratello Michele di voler collaborare con la giustizia”.

 

“Abitavo all’ultimo lotto di via Popilia e non ho mai lavorato. Prima di essere affiliato – ha spiegato –  mi occupavo di rapine insieme a Giovanni e ai miei cugini. Assalti ai portavalori. Organizzavo e dirigevo tutto ed ogni volta si incassava circa un miliardo e 300 milioni di lire prima, un milione di euro dopo. I soldi poi li dividevamo in parti uguali tra i partecipanti, al massimo nove persone, insomma più o meno centomila euro a testa di guadagni. Nel 2000 ho ricevuto la mia prima affiliazione nel carcere di via Popilia con gli Zingari di Cosenza per mano di mio fratello Giovanni e mio cugino Franco Abbruzzese, Dentuzzu. Nel 2004, la seconda, in cui ricevetti il grado di Santa e Vangelo a Rende in casa di Mario Attanasio, genero di Nella Serpa. In quell’occasione fu affiliato anche Umile Miceli (presente in aula ndr), lui che aveva un negozio di telefonini si occupava di fornirci schede e cellulari, faceva la staffetta con la macchina, spostava armi e fece da ‘specchietto’ anche durante l’uccisione di Marincola. Nel 2013 l’affiliazione che mi portò al vertice avvenne nuovamente nel carcere di Cosenza grazie a Patitucci, Mario Gatto e uno di Reggio Calabria di cui non ricordo il nome. Mi hanno ‘promosso’ perché ero ritenuto affidabile e con le rapine portavo molto denaro. In totale ne ho fatte più di venti tra Calabria e Puglia dove venni arrestato con dieci kalashnikov insieme a mio fratello, Carlo e Daniele Lamanna, Luca Bruni, Adolfo Foggetti e dei pugliesi”.

 

“Se si parlava di rapine ero io a decidere. Se si parlava di omicidi invece il potere decisionale era di Michele Bruni. Quando non c’era Michele – racconta Bruzzese – tutti prendevamo ordini dalla moglie Edyta Kopaczyńska. Dopo il 2012 sono Lamanna e Rango che fanno da reggenti. Maurizio Rango mandava i soldi a me e a mio fratello in carcere per un certo periodo. Finché io ero fuori facevo avere alla famiglia di Giovanni 1.800 euro ogni mese. Quando uscirà dal carcere (ora è ristretto al 41 bis condannato all’ergastolo ndr) sarà lui il capo assoluto. Io non lo vedo dal 2005, da quando l’hanno arrestato. Personalmente ho deciso di collaborare con la giustizia perchè in questi anni ho studiato e la scuola mi ha cambiato il modo di vedere le cose. Spero che la mia famiglia un giorno capirà la scelta che finora non ha né condiviso né accettato. Sono due anni e mezzo che non vedo mia moglie e i miei figli.

 

L’OMICIDIO MARTELLO

 

“Io non ho partecipato all’omicidio di Luciano Martello. A volere la sua morte – dichiara Bruzzese – fu Nella Serpa per vendicare la morte del fratello. Fu lei a chiedere direttamente ai Bruni il ‘favore’ che ci avrebbe permesso di entrare a pieno titolo nella gestione delle attività criminali del paolano. La sera in cui venne commesso il delitto io ero al mare a Fiumefreddo. Mi trovavo nel giardino di casa quando a un certo punto, verso la mezzanotte, ho visto arrivare mio cugino Fiore Abbruzzese (detto Nino) e Carlo Lamanna e mi dissero cosa era appena successo. Il quadro fu più chiaro quando un paio di giorni dopo incontrai a Cosenza Luca Bruni e Luigi Berlingeri che di solito si faceva chiamare Angelo o Giapponese. Mi hanno raccontato che per ammazzarlo e scappare erano dovuti saltare sui cofani delle macchine e la moglie di Martello per poco non è riuscita a togliere il cappuccio a Luca. In più era saltato lo ‘scambio’. Fiore aspettava in macchina per abbandonarla e salire su un mezzo ‘pulito’ però non è mai arrivato nessuno. Allora dopo aver incrociato una pattuglia di carabinieri si sono infilati in una stradina e hanno lanciato la vettura in un burrone con i fari ancora accesi. A piedi poi attraversando le montagne che da Fuscaldo portano a Paola, hanno raggiunto casa di Nella”. Anche se la moglie polacca di Bruni ora collaboratrice di giustizia, Edyta Kopaczyńska, nelle sue dichiarazioni indica Bruzzese come esecutore materiale dell’omicidio Martello, il nuovo ‘pentito’ della criminalità organizzata bruzia Franco Bruzzese oggi ha più volte ribadito la propria estraneità ai fatti.

 

 

 

- Pubblicità sky-

Ultimi Articoli

Minaccia di togliersi la vita durante una diretta su TikTok: 48enne salvato dalla Polizia

REGGIO CALABRIA - Salvato dai poliziotti un uomo che, durante una diretta su TikTok, stava tentando di togliersi la vita. Gli Agenti della Polizia...
ambulanza-annunziata_

Morto all’Annunziata l’operaio ferito in un incidente sul lavoro: aveva 66 anni

COSENZA - É morto Antonio Mantovano, l'operaio di 66 anni dipendente del Comune di Lamezia Terme che il 13 febbraio scorso era rimasto ferito...
cabina-di-regia-risorse-idrica

In Calabria la cabina di regia per monitorare le risorse d’acqua contro la siccità

CATANZARO - Si è riunito nei giorni scorsi a Catanzaro il tavolo di lavoro e cabina di regia, istituita con delibera n. 70/24, attivata...

Sorpreso mentre abbandona rifiuti per strada, denunciato 60enne

CACCURI (KR) - I carabinieri hanno denunciato in stato di libertà a Caccuri un sessantenne di origini marocchine sorpreso mentre abbandonava rifiuti per strada....
nuovi-sensi-di-marcia-cassano-allo-ionio

Cassano allo Ionio, al via nuovi sensi di marcia e nuova segnaletica

CASSANO ALLO IONIO (CS) - Con ordinanza del settore della Polizia Locale - guidato dalla comandante Anna Maria Aiello - si disposto che da...

Social

80,052FansMi piace
3,585FollowerSegui
2,768FollowerSegui
2,040IscrittiIscriviti

Correlati

Categorie

Leggi ancora

Traffico a Cosenza, la rotonda di Viale della Repubblica sarà smantellata

COSENZA – Il Comune di Cosenza ripensa la viabilità del centro città. Dopo aver smantellato l’isola pedonale di via Misasi, la Giunta Caruso è...

L’ex prefetto di Cosenza Galeone a processo, colpo di scena: intercettazioni...

COSENZA - Su 24 telefonate ne mancano 18. Colpo di scena nel processo che vede imputata Paola Galeone, ex prefetto di Cosenza accusata di...

Sanità a processo: nei falsi bilanci dell’Asp di Cosenza milioni di...

COSENZA – Decine di milioni di euro che appaiono e scompaiono dai bilanci della sanità calabrese. L'alterazione dei documenti contabili dell'Asp di Cosenza è...

A Rende si costruisce un asilo in un parco pubblico. Ma...

RENDE (CS) - Rende città cantiere. Costruire un asilo in un parco pubblico a poco più di 500 metri da una scuola abbandonata. L’idea...

Infiltrazioni mafiose a Rende, l’ex assessore Munno: «Lavori in corso sono...

RENDE (CS) – Cantieri e transenne colorano la città di Rende. Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose non ha fermato le opere pubbliche progettate dalla...

Ex Hotel La Fenice, in Sila 88 migranti ospitati ‘in famiglia’...

SPEZZANO SILA (CS) - Sono circa 100 le persone ospitate nell’ex Hotel La Fenice di Spezzano Sila. Lamentano di soffrire il freddo e di...