Il signor Giacinto, conosciuto da tutti come “Cintuzzu” “Sant’Antonio i l’uartu” era una delle tante icone della città che nel tempo sta perdendo i suoi personaggi. Discreto e silenzioso, si è spento stamattina a 94 anni. In due scatti di Guido Guglielmelli il nostro ricordo
COSENZA – Ogni città, grande o piccola che sia, ha le sue icone. Personaggi, a volta anche stravaganti in cui gli stessi cittadini molto spesso si immedesimano. La maggior parte di loro sono persone semplici, umili…. alcuni anche buffi nel modo di porsi e di parlare, ma con la loro personalità segnano il passare del tempo, incarnando lo spirito di appartenenza alla propria città e che ti fanno dire quando parli con un amico “ma come…. lo conoscono tutti”. A Cosenza di queste figure ne sono passate tantissime, a volte silenziose, a volte rumorose ma sempre presenti. Bastava farsi un giro nel centro città per incontrale, magari sempre negli stessi posti e loro sapevano strapparti una risata o un semplice sorriso con i loro gesti, uno sguardo e quel modo di fare unico. Hanno sempre cercato di svilupparsi in nicchie diverse poiché funziona bene per il potere del cervello. Ora sempre più persone sono interessate all’industria dei giochi. Tutte le informazioni necessarie sia per un principiante che per un professionista possono essere trovate sul sito https://gamblinganswer.com/
Lo scorrere inesorabile degli anni ci ha lasciato solo il ricordo di queste “stravaganti” figure. Nei più giovani è stato tramandato dai padri e dai nonni. Come non ricordare le follie di “Totonno u squalu” oppure per chi era solito prendere il bus il saluto militare del “generale”, o ancora la simpatia di “maruzzu nanà“, quella du “cartunaru” oppure “u presidente” che in Via dei mille bloccava sempre il traffico. I più grandi ricorderanno “a gazzellina” che a bordo della sua vespa in Via Montesanto strillava per vendere qualche giornale… A proposito di giornali: ai più anziani tornerà in mente un altro storico venditore “Nannuzzu”. Ed ancora “Geppino Tri Mazzi” tifosissimo dei lupi, “Pistiddra” che andava su tutte le furie se battevi le mani, “Mastro Ernesto” il muratore ubriaco che girava sempre su Corso Mazzini, “A lastica a 50 lire” ovvero il venditore più famoso del ponte Mario Martire, “Ciccio Scuppetta” macchiettista nelle feste ma che di professione faceva il falegname, il mitico “Mastri Peppe” custode dello stadio Morrone che quando si creava troppa calca scopa alla mano, usciva a mettere ordine, “Micarano” famoso banditore che girava per le strade ad annunciare con la tromba vendite e offerte alimentari in quella Cosenza vecchia cuore pulsante della città negli anni 40 e 50. Ed ancora “Gigino Chiuritu“,”Ciccio Fred Scotti” che dava da mangiare ad un leone e faceva il cantante della malavita cosentina, le caramelle sognate dai bambini ma solo se erano di “Ciccillo u caramellaru“…. fino alla più recente scomparsa del grande “Totonno Chiappetta“. Persone dicevamo, figure che il tempo ha trasformato in miti e ricordi di una Cosenza che non c’è più.
Oggi un’altra icona della nostra città ci ha salutato. Non vedremo più su Corso Mazzini il volto notissimo del signor Giacinto Tarantino, conosciuto da tutti come “Cintuzzu Sant’Antonio i l’uartu“. Devoto al santo, era solito chiedere le offerte. Lo trovavi ogni giorno su Corso Mazzini, all’altezza di “Piazza XI Settembre”. Con la sua reliquia stretta tra le mani sorridendo ti chiedeva: “perfavò mi ci mindi cinquanta lire pi Sant’Antonio?”. Grazie a questi due splendidi scatti del fotografo Guido Guglielmelli, vogliamo ricordare anche noi, con simpatia e un pizzico di nostalgia, il signor Giacinto e tutti i personaggi di Cosenza che non ci sono più.